Sabato 5 agosto, ore 21, Castelvecchio di Rocca Barbena, Piazzale della Torre, nell'ambito del Festival Contrario è in programma lo spettacolo Il mio canto a te dovuto - Anni ‘50: Cronaca di una demolizione.
Spettacolo di narrazione e azione, ispirato a testimonianze, ricordi e sogni passati da lì, con immaginazione e con volontà di ricostruire.
Commissione di FestivAlContrario, prima esecuzione assoluta. Testo e regia di Andrea Nicolini, con Andrea Nicolini, Michele De Paola, Marisa Grimaldo.
Una storia vissuta sul corpo vivente di uno dei paesi più affascinanti dell’intero territorio italiano, Castelvecchio di Rocca Barbena: una narrazione accurata e commovente che riporta le emozioni, le speranze e gli affetti di coloro che vivevano nelle case poi abbattute. Una storia di speranza e di riscatto, che colpisce e porta a ragionare…
Un ricco insieme di case, praticamente una parte grande dell’intero borgo, nei primi anni ’50 del secolo scorso viene abbattuto. Il motivo: dopo le alluvioni di quegli anni che avevano investito il Polesine, una nuova legge permise l’abbattimento e la ricostruzione di case e borghi se considerati pericolanti e perciò pericolosi. Così avviene a Castelvecchio che una cinquantina di edifici - in cui abitavano donne e uomini, anziani e bambini - alcuni dei quali lesionati da piogge insistenti, laboratori artigianali, stalle, portici vengono abbattuti.Case storiche, elementi viventi di quello spazio, che davano al paese una riconoscibilità e una forza straordinaria.
In questo spettacolo si indaga, ci si indigna forse, si immaginano piccole e grandi storie di uomini, si immaginano e si riscrivono dialoghi tra l’allora sindaco del paese e altre figure. Si ricostruiscono le telefonate, i carteggi, i messaggi tra la Soprintendenza ai beni architettonici e il Genio Civile che faceva capo a Savona e che decise, progettò e svolse l’abbattimento di quella parte del borgo. Ne viene fuori, in fin dei conti, la storia ordinaria e straordinaria di tutti noi, semplici uomini che devono a volte subire l’angheria del destino unito alla volontà di altri, più potenti.