Fino al 17 settembre è in essere la seconda tappa del viaggio di avvicinamento alla grande mostra d'autunno dedicata all'arte dei paesi tra estremo Oriente e centro Asia fino alle sponde del Mediterraneo, un progetto espositivo dedicato ai più raffinati oggetti dell'arte islamica in metallo dal titolo Metalli sovrani. La festa, la caccia e il firmamento nell'Islam medievale e rappresenta la prima collaborazione fra il Museo d’Arte Orientale e The Aron Collection.
La mostra, che succede a Lustro e lusso dalla Spagna islamica all’interno della galleria islamica del MAO, presenta una mirata selezione delle principali tipologie di oggetti della metallistica islamica (bruciaprofumi, portapenne, candelieri, vassoi, bacili, coppe, bottiglie porta profumo) che, insieme alla miniatura, può essere considerata tra le più alte espressioni della creatività artistica islamica.
Una creatività che dalla Persia si diffondeva nel mondo come un linguaggio, raggiungendo a Oriente l’India e la Cina e arrivando in Occidente alle pendici dell’Atlante. Frutto di ammirazione e di imitazione raggiunse anche l’Europa, dimostrando quanto le frontiere politiche e religiose non corrispondessero affatto a quelle della percezione estetica.
Fra gli oggetti più raffinati in esposizione troviamo un portapenne incrostato in argento (Mosul, Iraq, fine XIII secolo), che reca una raffigurazione del sole circondato dai pianeti, motivo iconografico tipico degli oggetti destinati a governanti e ad altri membri dell’élite nonché emblema dell'iconografia astrologica nell'Islam medievale, e un grande bacile in ottone inciso e ageminato in argento (Fars, Iran meridionale, XIV secolo) dalla decorazione altamente simbolica: le scene di caccia col ghepardo, col falcone e con l’arco che ricorrono su tutta la superficie dell’oggetto erano espressione di una prerogativa reale e, rimandando alle eccezionali qualità di combattente del sovrano, ne legittimavano il potere.
Come già accaduto per altri progetti espositivi del MAO, anche Metalli sovrani intende costruire un dialogo tra opere antiche e contemporanee, offrendosi come dispositivo di studio e di approfondimento di culture e materiali. Questa volta, all’interno del percorso espositivo, il MAO ha il piacere di presentare l’opera Monochrome bleu (1959) di Yves Klein (1928-1962).
L'ingresso alla mostra è incluso nel biglietto delle collezioni permanenti.