Dopo questo breve, ma doveroso, accenno storico, la Casa Vicina di oggi è caratterizzata da un ambiente molto luminoso, complice la grande vetrata che dà sul terrazzo fruibile nella bella stagione e da una sala curata in ogni minimo dettaglio, dalla mise en place alle diverse opere d'arte che contiene al suo interno.
La cucina del ristorante trae sicuramente forza dalla tradizione e dai 120 anni di storia gastronomica, ma la Famiglia Vicina li usa come punto di partenza per potersi affacciare a nuove frontiere: alta qualità delle materie prime, forte legame con la tradizione e costante rivisitazione dei piatti in chiave contemporanea, queste sono le parole d'ordine per il ristorante Casa Vicina.
Molte delle ricette provengono da nonna Amelia e da mamma Bruna, mentre altre nascono dalla continua e meticolosa ricerca delle generazioni successive. Gli ospiti potranno scegliere tra tre menù - alla carta, degustazione e gastronomico - per poter sperimentare diverse esperienze culinarie, create dagli chef Claudio e Anna, che spaziano dai piatti della tradizione ad alcune tipicità internazionali riviste in chiave contemporanea; il tutto viene completato dall'abbinamento dei vini e la cura degli ambienti sotto la supervisione di Stefano Vicina.
Noi di Mentelocale.it abbiamo assaggiato l'iconica bagna caoda da bere, piatto distintivo del ristorante Casa Vicina che stravolge la tradizione e perde sia la sua carica di aglio che la sua consistenza per lasciare spazio ad un alternarsi di verdure in salsa e polpa: peperoni, carote, cavolfiori, zucchine e barbabietole stratificati per gusto e colore, mentre in cima le acciughe completano l'assaggio servito in una coppa Martini. In abbinamento abbiamo iniziato con l'Elisir di Nonna Amelia, un liquore homemade di erbe naturali.
Ci è stato proposto in seguito il bollito fritto con verdure candite alla senape, bagnetto verde e rosso, piatto creato per festeggiare il 120esimo anniversario della Famiglia Vicina e abbinato al Derthona dei Vigneti Massa.
Come primo piatto abbiamo assaggiato gli agnolotti pizzicati a mano con ripieno ai due arrosti e spinaci al vapore, al sugo di arrosto abbinati al Pinot Nero piemontese dell'azienda agricola Saracco, risultato al palato molto fruttato di bacche di sottobosco, vellutato e rotondo.
Infine, per dolce, ci sono stati proposti il New Bicerin Torino: lo storico bicerin torinese nella sua essenza concentrata in tre ingredienti: una pallina di cioccolato, una di caffè liquido e un cucchiaino di panna montata a finire, e la composta di mele Golden cotte nel Moscato d'Asti con frutta candita; in abbinamento il Moscato d'Asti della azienda agricola Bera.