No, non è uno scherzo né un gioco di società. Il delitto c’è stato davvero. Ma cosa è successo realmente? E che ci fa lì, il cadavere d’un ragazzo che nessuno conosce? La polizia brancola nel buio ed è pronta ad archiviare il caso. Miss Marple, invece, non si perde d’animo e inizia pazientemente a ricostruire il microcosmo di figure che ruotano attorno a Little Paddocks e alla sua castellana, l’enigmatica Letizia Blacklock. Che s’ostina a negare d’esser lei la vittima predestinata. È a questo punto, come al solito – anzi, meglio del solito - che entra in gioco la maestria di Agatha Christie, bravissima a fornire all’ineffabile Miss Marple la più classica galleria di personaggi da indagare: Patrick Simpson, eterno studente e sua sorella Giulia; Filippa, giovane madre e orgogliosa vedova di guerra; la svampita Bunny, amica sfortunata di Letizia Blacklock; la cuoca Mitzi, irascibile profuga dall’Est-Europa; e la signora Swettenham con suo figlio Edmund, aspirante scrittore offeso dalle ingiustizie del mondo.
I personaggi sono caratterizzati con molta vivacità e come al solito la Christie offre molti spunti di simpatico umorismo; si ride spesso e, nonostante l’indagine in corso, la vicenda scorre leggera e brillante: più che dal sospetto, tutti sembrano animati dal desiderio di rimuoverlo e far finta che nulla sia accaduto. Ma non si può. Emergono, poco a poco, frammenti d’un passato che si vorrebbe sepolto per sempre: una lunga permanenza all’estero, una malattia che deturpa, la morte d’una parente che non doveva morire e, soprattutto, una cospicua eredità che attende ancora d’essere assegnata. Eppure, per dare un senso a questo delitto annunciato come fosse uno spettacolo, non basta trovare un movente, non basta ricostruirne la dinamica, come s’ostina a fare la polizia; è necessario vedere oltre l’apparente normalità di queste persone, far luce sul passato di ciascuno di loro, recuperare frammenti di vita, persino cercare un volto rivelatore in una vecchia foto, per scoprire però che è misteriosamente scomparsa. È l’ossessione di Miss Marple: questi individui sono realmente quelli che sembrano? Sono davvero chi dicono di essere? Qual è la loro vera identità? Rispondere, non è facile. C’è stata la guerra che ha stravolto ogni cosa, distrutto gli archivi, lacerato ricordi e relazioni, separato le persone, mutato per sempre i destini. Il villaggio di Chipping Cleghorn è l’emblema del mondo dissociato e sconvolto del Regno Unito del dopoguerra. E ciò che accade a “Little Paddocks” ci rende l’immagine di un mondo che sta cambiando, di un presente incerto, di un futuro senza sicurezze. Agatha Christie controlla da par suo, questo materiale magmatico: inventare intrecci complicati, disseminarli di colpi di scena, svelare retroscena inattesi e prevedere elaborati depistaggi è il suo talento maggiore. Ma non l’unico: il fascino delle sue storie, e di questa in particolare, che attira da sempre schiere di lettori e di spettatori è di rivelare, al fondo di personaggi improntati alla più rassicurante normalità, il lato oscuro e inquietante della natura umana. Agatha Christie è profondamente convinta della cattiveria dell’uomo, crede che il male sia insito in lui e lo porti a commettere azioni nefaste. Non un male etico, metafisico, no: molto più banalmente un componente della natura umana, un motore dei suoi comportamenti. La sua idea del mondo è che le persone fanno cose terribili e ne pagano le terribili conseguenze: basta guardare in faccia alla realtà. E lo fa attraverso un genere letterario deliberatamente popolare e accessibile, a suo modo persino rassicurante: il colpevole verrà scoperto. Parola di Miss Marple.
Repliche Un delitto avrà luogo al Teatro Erba (Torino- c.Moncalieri 241): da giovedì 23 a venerdì 31 maggio.