Manon Manon Manon, il progetto al Teatro Regio di Torino

Il regista

Nato a Strasburgo, Arnaud Bernard ha iniziato a studiare violino a sei anni per poi proseguire gli studi musicali al Conservatorio e all’Orchestra Filarmonica della sua città natale. Ha lavorato in Francia e Germania con Nicolas Joel e Jean-claude Auvray come assistente alla regia e in questa veste fa esperienza al Théâtre du Capitole di Tolosa anche come direttore di scena e dal 1989 come assistente di Nicolas Joel avvia numerose collaborazioni internazionali e firma più di venti riprese delle sue produzioni. Nel 1995 realizza la sua prima produzione personale con Il trovatore di Verdi al Théâtre du Capitole; a ventinove anni debutta negli Stati Uniti con Falstaff ottenendo ottime recensioni sulla stampa newyorkese. Dal 1998 si dedica esclusivamente alla regia e firma importanti produzioni a partire da Romeo e Giulietta all'Opera di Chicago con Roberto Alagna e Angela Gheorghiu; una nuova produzione de L'Elisir d'amore di Donizetti al Théâtre du Capitole per il debutto di Marcelo Álvarez nel ruolo di Nemorino e ancora nel 2005 la sua Bohème per l’Arena di Verona ottiene uno strepitoso successo con repliche nell’estate 2007 e 2011. Recentemente, la sua produzione di Falstaff (diretta da Jeffrey Tate) ha aperto la Stagione del Teatro San Carlo di Napoli; e a firmato regie per l'Opera di Helsinki, Losanna, Bilbao, San Pietroburgo, l'Opera di Roma, il Bolshoi, Hong Kong, Losanna, Monte-Carlo il Teatro Mariinskij. Tra le produzioni più recenti: Nabucco all'Arena di Verona (ripreso nel 2018 e 2020), La bohème a Lisbona, La dama di picche per l'Opera di Oslo, La fanciulla del West per al Teatro Mariinskij, Carmen all'Opera di Helsinki. È il regista più giovane ad aver messo in scena un’opera all’Arena di Verona, il suo Nabucco è stato trasmesso in diretta su ARTE e nell’ambito della serie Viva l’Opéra nei cinema Gaumont. 

Le tre produzioni vedranno impegnati l’Orchestra e il Coro del Teatro Regio, quest’ultimo istruito dal maestro Ulisse Trabacchin. Le scene dei tre nuovi allestimenti sono firmate da Alessandro Camera, i costumi da Carla Ricotti, le luci da Fiammetta Baldiserri. Registi collaboratori saranno Marina Bianchi (per Manon Lescaut di Puccini), Stephen Taylor (per Manon di Massenet) e Yamal das Irmich (per Manon Lescaut di Auber). 

L'inaugurazione è martedì 1° ottobre alle ore 19 con Manon Lescaut di Giacomo Puccini su libretto di Luigi Illica, Domenico Oliva e Marco Praga, in scena per 7 recite fino a sabato 26 ottobre, dirige il maestro Renato Palumbo, tra i massimi esperti mondiali dell’Opera italiana. Protagonisti saranno: Erika Grimaldi nel ruolo del titolo, Andeka Gorrotxategui in quello di Renato Des Grieux, Alessandro Luogo sarà Lescaut e Carlo Lepore Geronte; nei due ruoli principali si alterneranno Dinara Alieva e Carlo Ventre. È il primo capolavoro di Puccini ed è un’opera giovanile (all’epoca il compositore aveva trentadue anni) che colpisce per energia e freschezza, una sorta di impazienza la percorre dall’inizio alla fine. L’autore, per nulla spaventato dal confronto con l’omonima opera di Massenet, scrisse: «Lui la sentirà da francese, con la cipria e i minuetti. Io la sentirò all’italiana, con passione disperata». Manon, giovane e avvenente donna, non sa decidersi tra l’amore genuino e puro dello studente Renato Des Grieux e quello interessato e di circostanza del ricco tesoriere Geronte di Ravoir. Le attenzioni e le ricchezze di Ravoir la conquisteranno più che la spontaneità di Des Grieux il quale, tuttavia, troverà il modo di rubare un ultimo abbraccio a Manon. Colta in flagrante da Geronte, Manon viene denunciata come prostituta e condannata all’esilio negli Stati Uniti, terra dove arriverà con Des Grieux, sempre fedele al suo fascino e al suo vero amore. In America, in una landa desolata ai confini di New Orleans, i due vagheranno senza meta, finché Manon, stremata dalla fatica, si spegnerà tra le braccia di colui che non l’ha mai veramente abbandonata. 

Sabato 5 ottobre alle ore 19 andrà in scena Manon di Jules Massenet su libretto di Henry Meilhac e Philippe Gille, in scena per 6 recite fino a martedì 29 ottobre, dirige il maestro Evelino Pidò, direttore d’orchestra nato a Torino e residente a Parigi - forse il più francese dei grandi direttori italiani - che torna al Regio dopo il grande successo ottenuto con La fille du régiment nella passata Stagione. Protagonisti saranno: Ekaterina Bakanova (Manon Lescaut), Björn Bürger (Lescaut), Atalla Ayan (Il cavaliere des Grieux), Roberto Scandiuzzi (Il conte des Grieux). Nei ruoli principali si alterneranno: Martina Russomanno come Manon Lescaut, Maxim Lisiin (Lescaut), Andrei Danilov (Il cavaliere des Grieux) e Ugo Rabec (Il conte des Grieux). L’opera, ispirata sempre al romanzo di Prévost, debuttò all’Opéra-Comique di Parigi nel 1884, ottenendo un successo travolgente: i bis e le chiamate al proscenio per i cantanti e l’autore furono innumerevoli. Il compositore, con la sua maestria orchestrale, seppe ricreare atmosfere molto diverse: una festa in strada, il raccoglimento mistico della chiesa di Saint-Sulpice e lo squallore di una sala da gioco. Nella partitura ritroviamo un frivolo colore locale settecentesco e spunti di comicità brillante, che fanno da contrappeso all’intensità emotiva della vicenda. Domina su tutto la figura di Manon, la cui trasformazione è sottolineata con squisita finezza attraverso melodie memorabili: dall’innocenza di «Voyons, Manon plus de chimères», alla sensualità di «N’est ce plus ma main», alla rassegnazione del finale. Il motto della giovane protagonista è: «Sfruttiamo bene la gioventù, non avremo vent’anni per sempre!»: la peccatrice senza malizia, leggera e impulsiva, è una ragazza bellissima, che i genitori vorrebbero rinchiudere in convento; la fortuna la porta su una strada molto diversa, facendole incontrare il cavaliere Des Grieux, uno studente di buona famiglia ma di mezzi modesti. I due s’innamorano e fuggono insieme a Parigi, andando incontro a una fine dolorosa: Manon, amante del lusso, trascinerà Des Grieux verso il totale degrado morale.

Giovedì 17 ottobre alle ore 19 il Regio presenterà Manon Lescaut di Daniel-François-Esprit Aubert su libretto di Eugène Scribe, in scena per 5 recite fino a domenica 27 ottobre, dirige il maestro Guillaume Tourniaire, che debutta al Teatro Regio. Carriera in brillante ascesa, Tourniaire è nato in Provenza, ha studiato pianoforte e direzione d’orchestra al Conservatorio di Ginevra e ha vinto il primo premio al concorso pianistico Gabriel Fauré. Straordinaria profondità ed esperienza nel repertorio operistico uniti alla passione per la musica rara ne fanno uno dei direttori più ricercati al mondo. Dal 2012 è direttore artistico dell’Ensemble Vocal Lausanne. Protagonisti della produzione saranno: Rocío Pérez (Manon Lescaut), Armando Noguera (Il marchese d’Hérigny), Francesco Salvadori (Lescaut), Sébastien Guèze (Des Grieux) e Manuela Custer (Madame Bancelin). Nei ruoli dei protagonisti si alterneranno Marie-Eve Munger (Manon Lescaut), Gurgen Buveyan (Il marchese d’Hérigny) e Marco Ciaponi (Des Grieux). Tra gli anni Trenta e Cinquanta dell’Ottocento, Daniel Auber e il drammaturgo Eugène Scribe furono i veri campioni del teatro parigino dell’Opéra-Comique. Il segreto del loro successo? Drammi in cui i protagonisti affrontano difficoltà di gravità crescente districandosi tra incredibili colpi di scena, abbinati a partiture caratterizzate dalla leggerezza e dalle melodie irresistibili. Tra i loro successi più duraturi c’è Manon Lescaut del 1856, ispirata al romanzo dell’abate Prévost. Gli aspetti pruriginosi della vicenda non erano certo adatti a un grande teatro di metà Ottocento, frequentato da famiglie perbene, quindi Scribe trasformò Manon in una ragazza frivola, sinceramente innamorata di Des Grieux ma così sfortunata da trovarsi sempre nel posto sbagliato al momento sbagliato. L’opera e il romanzo coincidono solo nel finale, in cui la protagonista, condannata all’esilio, muore di stenti nel deserto: mai prima di allora un lavoro per l’Opéra-Comique aveva avuto una così tragica conclusione. 

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