Torino, 14/03/2019.
l grido d’allarme di un’adolescente ha scosso i Governi di tutto il mondo: i Fridaysforfuture nascono infatti dalla protesta della sedicenne Greta Thunberg che a Stoccolma, in occasione della COP24, andò a sedersi ogni giorno davanti al Parlamento durante l’orario scolastico, per chiedere al governo svedese che si rispettassero i limiti delle emissioni di carbonio sanciti nell’accordo di Parigi sul cambiamento climatico sottoscritto nel 2015.
Il 15 marzo è la giornata dello sciopero mondiale per il futuro; sono 198 i Paesi che dovrebbero aderire all’iniziativa Global Strike for Future, giornata in cui scenderanno in piazza non solo i giovani, ma tutti quelli che sentono il bisogno di sollecitare i Governi di tutto il mondo ad agire più decisamente per contrastare i cambiamenti climatici, la sfida di questo millennio. Il Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA), di cui Arpa Piemonte fa parte, insieme ad altri Enti di Ricerca e associazioni ambientaliste, aderisce a questa grande manifestazione di sensibilizzazione a livello mondiale verso le problematiche legate al clima, mettendo a disposizione dati, informazioni e attività che come Sistema si stanno portando avanti sui cambiamenti climatici.
La sensibilità delle istituzioni agli effetti del cambiamento climatico in Piemonte è da sempre particolarmente elevata (non a casoanche l'Università di Torino sostiene la causa della sciopero del 15 marzo) a causa degli eventi alluvionali che hanno colpito ripetutamente la regione con sempre maggiore frequenza e determinando impatti importanti tanto che, le alluvioni del 1994 e del 2000 sono state classificate, dall’Organizzazione Meteorologica Mondiale, il secondo e quarto evento, tra i dieci dovuti a condizioni meteorologiche estreme, che hanno comportato il maggior danno economico (“Atlante della mortalità e delle perdite economiche dovute al tempo, al clima e agli estremi meteorologici del periodo 1970–2012”).
Anche le ondate di caldo del 2003 e del 2015, che hanno determinato nella sola città di Torino, un eccesso di mortalità nella classe di età anziana (over 65 anni) rispettivamente del 33% e del 22,9%, hanno mostrato come gli impatti del cambiamento climatico colpiscano tutti i settori della nostra economia e della società. Oltre al monitoraggio dei parametri meteorologici e ambientali e alla sorveglianza degli effetti del cambiamento climatico sulla salute, sul territorio e sull’ambiente, l’Agenzia ha visto negli ultimi anni un impegno importante per l’analisi dei dati e la quantificazione delle tendenze passate e future, aspetto di conoscenza fondamentale per dare forza alle iniziative di contrasto e adattamento.
E i risultati sono preoccupanti: un aumento complessivo della temperatura, negli ultimi 60 anni, di circa 1,5 °C nei valori minimi e di 2°C in quelli massimi, una diminuzione del numero di giorni piovosi negli ultimi 20 anni pressoché su tutta la regione e un aumento della lunghezza massima dei periodi secchi, in particolare sulle pianure, a cui corrisponde un aumento degli eventi intensi laddove la pioggia annuale è aumentata. La quantità di neve fresca è complessivamente in diminuzione negli ultimi trent’anni, anche se si evidenziano singole stagioni particolarmente nevose. Sovrapposta a una tendenza al riscaldamento, aumenta infatti la variabilità inter-annuale, che determina l’alternanza di stagioni con caratteristiche climatiche molto differenti.
Anche gli scenari futuri confermano le caratteristiche di hotspot climatico dell’area alpina, con un incremento delle temperature superiore all’aumento della temperatura media globale, e che, con uno scenario ottimista di riduzione delle emissioni, potrà portare a un aumento della temperatura massima e minima sulla regione di circa + 2°C dal 2006 al 2100 rispetto all’attuale, incremento che potrebbe arrivare fino ai 5°C se non venissero intraprese da subito azioni di mitigazione efficaci.
Incrementi che sono attesi maggiori in montagna, determinando impatti importanti sugli ecosistemi alpini e sulla montagna quale risorsa naturale e insieme economica per la regione, e nel corso dell’estate, portando a una triplicazione del numero di giorni estivi in ondata di caldo e ad un aumento delle condizioni siccitose. Se sulla precipitazione le variazioni sono complessivamente più incerte, l’incremento degli eventi intensi e la diminuzione del rapporto neve/pioggia (che è atteso diminuire del 50% rispetto all’attuale) sono evidenziati da tutte le simulazioni modellistiche future. Gi impatti del cambiamento climatico
Arpa Piemonte prosegue il suo impegno nel monitoraggio dei cambiamenti a tutto campo, nell’analisi tecnico-scientifica dei dati e delle simulazioni per fornire un quadro di conoscenza aggiornato che sia di supporto alle politiche regionali e degli enti locali sul clima realizzando servizi climatici a supporto della gestione del territorio e delle risorse natura e promuovendo iniziative di divulgazione ed educazione sul tema del cambiamento climatico.