Al Palazzo Saluzzo Paesana di Torino è in essere, dal 4 al 26 maggio, la mostra Viaggiando oltre il perimetro dell'immagine, curata da Lorenzo Bruni e che espone le ricerche degli artisti Corrado Bonomi, Gianni Cella, Piero Gilardi, Plumcake (Cella, Pallotta, Ragni) e Aldo Spoldi in un dialogo fra opere realizzate in differenti anni e attraverso diversi media installativi.
L’intento dell’esposizione è quello di proporre un intervento pensato appositamente per l'occasione, ovvero capace di confrontarsi con gli spazi fortemente connotati del settecentesco Palazzo Saluzzo Paesana di Torino.
Il progetto, sostenuto da Gruppo Zenit, vede la diretta collaborazione degli artisti e della Fondazione Centro Studi Piero Gilardi, non solo per l'ideazione del percorso espositivo, ma anche per la realizzazione della pubblicazione realizzata da Umberto Allemandi Editore.
Il catalogo consente di approfondire alcune delle attitudini comuni degli artisti, come l'esigenza di fuoriuscire dal perimetro del quadro, per farsi attivatori di un dibattito sociale, di produrre una critica ai mass media e alla “società dello spettacolo” per mezzo di una dimensione pop dolcemente ironica/sarcastica, fino all’indagine sul rapporto tra la storia dell'arte e l'influenza delle nuove tecnologie (prima analogiche e poi digitali) rispetto alla loro stessa normalizzazione nella vita di tutti i giorni.
L’esposizione Viaggiando oltre il perimetro dell'immagine - caratterizzata da immagini scultoree e installative dal forte spirito straniante e dai colori esuberanti, ma a tratti malinconici, attraverso cui viene riletta in chiave inedita l'estetica del pop - è stata ideata per rispondere ad un doppio registro di esigenze.
Obiettivo primario è quello di restituire in maniera scientifica - storicizzandoli - i percorsi di cinque figure di spicco del panorama dell'arte italiana: Bonomi, Cella, Gilardi, Plumcake e Spoldi.
Un secondo fine riguarda, invece, la restituzione di obiettivi comuni da parte di artisti così diversi, che, anche se di generazioni diverse, hanno risposto in maniera simile alle imposizioni di sistema proponendo una lettura sovversiva e spiazzante ‘dell'ordinario nel possibile’. Le singole ricerche dei cinque artisti in mostra sono quindi indagate per mezzo del dialogo tra opere di differenti anni che, a confronto con le sale del Palazzo Saluzzo Paesana, acquisiscono il valore ambientale e di intervento site specific come se fosse una rilettura a posteriori del proprio lavoro da parte dell'artista stesso.
Le opere in mostra spaziano così dall'installazione Poiesis del 2004 di Piero Gilardi – tre alberi in gommapiuma che rimandano alle tre religioni monoteiste dalle cui radici comuni emerge un nuovo virgulto che toccandolo emette un suono coinvolgente – ai Totem del 1989 di Corrado Bonomi – sculture ottenute impilando taniche di plastica tenute assieme da tubature di metallo e tracce pittoriche che indagano gli strati terrestri attraverso sezioni stratigrafiche.
Contemporaneamente, in altre sale, i dialoghi tra opere di anni diversi prendono le mosse dal lavoro di Gianni Cella America prima dell'immigrazione del 2019 – una serie di maschere in resina che rimandano all'immaginario delle varie tribù nord americane prima della colonizzazione occidentale – e dalle sagome dei Plumcake, come quella del 1990 esposta alla Biennale di Venezia in cui un giovane, in resina rossa, sembra sorridere incurante di quello che gli accade attorno con la sua lampada accesa che emana, in maniera fumettistica, un cono di luce a terra.
E ancora, nel caso di Aldo Spoldi, è la sua nuova opera installativa costituita da sagome dipinte, dal titolo La risata di Dio che si sviluppa sulle pareti della sala, a costituire la possibilità di un confronto inusuale, al pari di una danza, tra le figure che l'artista ha messo in scena dal '68 in poi, come Enrico il verde o Gina la ballerina, fino all'arlecchino che scappa fuori da un quadro precedente. Oltre alla sala dedicata al progetto della Banca di Oklahoma e all'intervento di Corrado Bonomi negli spazi della cucina con le opere pittoriche del ciclo Mare raffiguranti creature marine dipinte direttamente nelle confezioni vuote di latta e le sculture dedicate ai dittatori del secolo passato, sarà presente – in via del tutto eccezionale - anche una sala dedicata al fotografo Met Levi – personaggio virtuale di Aldo Spoldi – con le immagini straordinarie realizzate dal 1968 con la sua Rolleiflex con planar 3,5 che documentano, in un commovente ed energico bianco e nero, i cambiamenti sociali, politici e artistici di quegli anni.
L'ingresso è libero. Gli orari di apertura sono dal giovedì alla domenica dalle 11.00 alle 19.00 o su appuntamento telefonando al numero 347 0103021 – eventi@palazzopaesana.it