Venerdì 17 maggio, alle ore 18.30, il PAV è lieto di presentare Heliopolis, mostra personale dell’artista croato Marko Tadić (1979) a cura di Marco Scotini. L'esposizione rientra all’interno di un programma annuale che vede il riuso e la circolarità non solo come strategia ecologica e culturale, ma soprattutto come mezzo utopico di sopravvivenza. La mostra è in essere fino al 20 ottobre 2024.
Il lavoro di Marko Tadić rilegge la storia del modernismo socialista jugoslavo attraverso il confronto con pratiche di grandi autori che operarono alla fine degli anni ’50 in Croazia, tra questi il designer, scultore e architetto d’avanguardia Vyaceslav Richter (1917 – 2002) e il filmaker Vladimir Kristl (1923 – 2004) della Scuola di animazione di Zagabria, riconosciuta come uno dei capisaldi in ambito europeo. Attraverso una metodologia che tenta di “fare Storia partendo dai rifiuti della Storia” - come avrebbe detto Walter Benjamin, citando Goncourt - Tadić individua nei residui inerti della memoria un potenziale attivo utile a rileggere e a generare nuove possibilità di narrazione. Attraverso il riutilizzo e la rielaborazione di oggetti d'epoca come cartoline, mappe geografiche, diapositive, taccuini e archivi fotografici personali, Tadić riporta alla luce un archivio sommerso sul quale interviene sovrascrivendo.
La mostra concepita appositamente per il PAV comprende un nucleo di opere dell’artista dedicate all’interazione con il pensiero di Vjenceslav Richter, tra i membri fondatori di EXAT 51 gruppo d’avanguardia di artisti, architetti, designer e teorici attivi a Zagabria tra il 1950 e il 1956 che intendeva promuovere e raggiungere una sintesi e una intersezione tra tutte le forme d'arte.
Richter, del quale sono presenti in mostra una serie di opere originali, dedicò quasi due decenni della sua vita al perfezionamento di progetti tecno-utopici in ambito urbanistico che tentavano di rispondere, attraverso la pianificazione, ai bisogni specifici di una società socialista. Nella città utopica di Richter ciò di cui si ha bisogno è a portata di mano e la pianificazione risponde all’esigenza di ridurre i tempi della mobilità per garantire più tempo libero.
In mostra Tadić immagina e progetta la sua città utopica contaminando i progetti di Richter con un immaginario fantascientifico e impiantando su questi sistemi complessi una riflessione ecologica. Attraverso disegni, collage e animazioni ne ipotizza un ampliamento che include nuovi quesiti riguardanti il rapporto tra uomo, ambiente e tecnologia e l'utilizzo di risorse rinnovabili.
Heliopolis si compone di quattro isole tematiche Leaving the Frame, Flow Diversions, The Open Future e From the Shell (of the Old) nelle quali il rapporto tra ecologia, architettura utopica e fantascienza viene indagato attraverso una prospettiva multi scalare. Variando la scala attraverso la quale viene rappresentato un sistema è possibile arricchire la sua comprensione e formulare nuove letture. Attraverso la miniaturizzazione Tadić trasforma i detriti e gli scarti in giocattoli in senso benjaminiano. «Prodotti collettivi» che rimandano ad un confronto con il mondo dell’adulto che tornano a liberare, senza per questo essere privati del proprio valore documentale.
In Heliopolis l’opera di Marko Tadić rilegge Vyaceslav Richter per proporre un modello che miri a stabilire un ritmo armonioso nel metabolismo della società, alla continua ricerca di un delicato equilibrio tra costruzione e cancellazione, tra futuri possibili e trasmissione della memoria.
Nell’ambito della mostra Heliopolis le AEF/PAV (Attività Educative e Formative) propongono il 3 e 4 luglio il Workshop_81 condotto da Tadić rivolto a studenti d’Accademia, d’Università e giovani artisti con un focus su uno dei medium dell’artista: l’animazione in stop-motion.
Per le scuole e i gruppi estivi che visiteranno la mostra Heliopolis, e le installazioni presenti nel parco di 23.500 mq, viene proposto il laboratorio Natura Segreta che esplora il vasto paesaggio del PAV come scenario per una nuova visione, tanto utopica quanto reale, di una possibile Città Futura.
In particolare, sempre in occasione dell’apertura della mostra e ulteriore sede delle attività di laboratorio, inaugura The School (2024), un intervento permanente di Tadić pensato per il parco del PAV, un’area di sosta accogliente e vivibile dal pubblico e dalle scuole durante le visite nel verde.