Venerdì 1 novembre 2024, all’interno della cornice di Artissima, il PAV Parco Arte Vivente di Torino ospita la prima mostra personale in Italia dell’artista ecuadoregno Adrián Balseca (1989), curata da Marco Scotini. La mostra è visitabile fino al 15 febbraio 2025.
La mostra esplora il ruolo dell’essere umano come agente nell’ecosistema, ponendo l’accento su temi legati a economia, ecologia e memoria, nonché sulle dinamiche di potere connesse all’estrattivismo e allo sfruttamento delle risorse naturali.
Balseca utilizza una varietà di narrazioni che intrecciano fatti storici, etno-fiction e memorie, focalizzandosi su storie locali del suo paese d’origine, l’Ecuador. Dal 2008, con l’introduzione dell’Articolo 71, l’Ecuador è stato il primo Paese a riconoscere la natura come soggetto di diritti costituzionali, sostenendo la necessità di preservare e rigenerare i suoi cicli vitali. Questo riconoscimento è stato favorito dalla presenza di popolazioni indigene che hanno contribuito a una riflessione politica e giuridica volta a spostare l’attenzione da una visione antropocentrica a una biocentrica. Tuttavia, nonostante la protezione costituzionale, l’attività estrattiva continua a causare danni ambientali e sociali.
La mostra, intitolata Cambio de fuerza, fa riferimento allo slogan “La fuerza del cambio” della campagna elettorale di Jaime Roldós Aguilera, primo presidente democratico dell’Ecuador. Balseca reinterpreta questa frase, chiedendosi quanto possa essere trasformato questo "desiderio" politico in una realtà pragmatica, estendendo la riflessione al campo dell’ecologia politica.
Tra le opere esposte troviamo Medio Camino (2014), in cui una Andino Miura del 1977, la prima auto prodotta in serie in Ecuador durante il boom petrolifero, viene spinta da un gruppo di persone lungo la Panamericana. Nella serra del PAV, l’installazione PLANTASIA OIL Co. (2021-in corso) vede barili e lattine di olio industriale trasformati in vasi per piante, simboleggiando il potere della natura di rigenerarsi in contesti industriali. Un’altra opera significativa è The Unbalanced Land (2019), un'installazione sonora e visiva ispirata al resoconto di viaggio dell’esploratore Edward Whymper, che riflette sul colonialismo in America Latina. Infine, The Skin of Labour (2016) esamina lo sfruttamento delle foreste di Hevea Brasiliensis nell’Amazzonia ecuadoriana, riflettendo sull’impatto dell’industrializzazione della gomma e sulle conseguenze dello sfruttamento della natura.
Balseca, con la sua opera, invita a una profonda riflessione sull’interazione tra umanità e ambiente, esplorando possibilità di sviluppo alternative che possano mitigare il cambiamento climatico.