Luoghi Comuni, Solstizio d'inverno

ph. Alice Durigatto
Mercoledì18Dicembre2024

Venerdì 20 dicembre 2024 alle ore 19 negli spazi di Casa LUFT, sede della compagnia Zerogrammi appuntamento con Luoghi Comuni Solstizio d’inverno 2024, un progetto pensato per dedicare un momento di incontro con il pubblico, per tutte le artiste e gli artisti che nel corso di quest'anno hanno sviluppato e curato il proprio rapporto con Casa LUFT.

La parola solstizio, dal latino solstĭtĭum (composta da sōl, “sole”, e sistĕre, “fermarsi”)evoca così le tradizioni che ancora celebrano questo passaggio, mettendo al centro la parola “unione”, creando, grazie alla presenza di un gruppo di persone che decide di riunirsi, un rituale di buon auspicio. Il solstizio d'inverno, il giorno più corto dell'anno e al contempo l'inizio della rinascita della luce; un momento carico di significato simbolico e spirituale in molte culture, un evento che celebra questa transizione, unendo la riflessione sul ciclo della natura al riconoscimento dell’importanza del cambiamento.

Primo appuntamento alle ore 19.00 con Estremo Remoto_piccole danze d’archivio, di e con Marta Bevilacqua (Arearea) e Stefano Mazzotta. Ogni azione d'archivio ha a che fare con un arco cronologico che si esprime con “estremo remoto” ed “estremo recente”. La Compagnia Arearea di Udine e la Compagnia Zerogrammi di Torino hanno attivato una ricerca coreografica che ha per coordinate concetti come corpo/memoria/archivio/confine.

Il progetto, presentato in prima assoluta lo scorso novembre a Trieste, mette in relazione la danza contemporanea con le storie nascoste nell’Archivio di Stato di Trieste e l’Archivio Provinciale di Nova Gorica. Estremo remoto_piccole danze d’archivio è volto alla realizzazione di performance site-specific che propongono allo spettatore un punto di osservazione particolare sulle biografie sconosciute di uomini e donne che hanno vissuto il Trattato di Pace di Parigi entrato in vigore il 15 settembre 1947.

A seguire alle 19.30 lo spettacolo Magnificat di e con Amina Amici. In Magnificat, Amina Amici prosegue lo studio sulla figura della Vergine Maria, attraverso uno sguardo laico, in una duplice ricerca: quella sul femminile e quella sulla scrittura coreografica a partire da studi e suggestioni pittorico-iconografiche. Ci si domanda cosa potesse pensare intimamente Maria, cosa abbia potuto provare in seguito a eventi di vita così straordinari, e infine, come tutto questo si sia inscritto nel suo corpo.

Il movimento di un dipinto, un frammento di spazio-tempo dei pensieri più intimi di Maria, di una giovane donna, in relazione agli accadimenti della sua vita straordinaria: gli autori e i quadri scelti contribuiscono quindi alla scrittura e alla dinamica nel movimento. La ritmicità del gesto dona ‘azione’ al potenziale racchiuso nella bidimensionalità pittorica.

I punti di fuga, così come il segno che si ammorbidisce per accogliere, si fanno punteggiatura nella scrittura coreografica.

Qual era il suo stato emozionale, com’era il suo sguardo e il suo cuore battente nella velocità della paura, probabilmente, nell’incontro con l’Arcangelo? Un luogo, non luogo, sul crinale tra astrazione e concretezza. Maria tramite tra il terreno e il divino; il punto di vista della donna madre, dell’archetipo, una donna comune e mortale. Cosa resta di Maria nonostante noi?

Al termine della serata alle 20.30 un momento dedicato a un brindisi tra pubblico e gli  artisti che hanno presentato il loro lavoro.

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