Torino, 29/01/2025.
Dipingere un muro non è solo arte: è un atto di narrazione collettiva, una denuncia sociale, un inno al cambiamento e un regalo di bellezza alla città. È questa la filosofia del MAU – Museo di Arte Urbana di Torino, nato 30 anni fa nel quartiere Borgo Vecchio Campidoglio come primo progetto italiano di arte permanente all’aperto in un contesto metropolitano.
L’intuizione di Edoardo di Mauro, sostenuta da Carlo Giordano, Giovanni Sanna, Giacomo Soffiantino e Antonio Carena, si è trasformata in realtà grazie alla collaborazione degli abitanti del quartiere. Oggi, i palazzi ottocenteschi, le botteghe, le saracinesche e persino le panchine di Borgo Campidoglio sono diventate tele per oltre 100 artisti italiani e internazionali, creando un museo diffuso di 190 opere (4.000 mq di arte) che dialogano con la luce e la vita quotidiana.
Il percorso artistico
Camminando per le vie del quartiere, si scoprono murales che spaziano da tematiche sociali a simboli poetici:
Arte che cresce con la città
Dal 2014, il MAU ha superato i confini del Borgo Campidoglio, portando oltre 60 opere in quartieri come Falchera, Mirafiori Sud, Vallette, Vanchiglia e persino in comuni della cintura torinese (Beinasco, Rivalta, Nichelino). Un successo reso possibile grazie a collaborazioni con enti come l’Accademia Albertina, il Museo Diffuso della Resistenza e scuole locali. Laboratori didattici per coinvolgere giovani e comunità. Il sostegno di Oikos, che fornisce vernici ecosostenibili per ridurre l’impatto ambientale.