Torino, 19/03/2025.
Varcare le porte di un home restaurant non è solo un’esperienza gastronomica, ma un viaggio nell’intimità di chi lo gestisce. DOV Home, nel quartiere Aurora di Torino, incarna perfettamente questa filosofia: non è un semplice ristorante, ma la casa di Chiara Landucci e Gabriel Berisha, i quali accolgono i loro ospiti con calore e spontaneità. Qui infatti non esistono barriere tra chi cucina e chi mangia, tra chi ospita e chi viene ospitato.
Ad accogliere gli ospiti c’è Nina, la bassotta di casa, seguita dall’atmosfera conviviale del salotto, dove il percorso inizia con un cocktail di benvenuto e alcuni amuse-bouche, pensati per stimolare il palato prima di passare alla cena al bancone di DOV Home, un’esperienza che ricorda quella di uno chef’s table.
La cucina di Gabriel, chef di origini albanesi ma valsusino DOC, è una continua sperimentazione, che gioca con fermentazioni, conserve ed erbe spontanee raccolte in Val di Susa. Il suo obiettivo, insieme a Chiara, non è semplicemente servire piatti, ma creare un dialogo con gli ospiti, trasformando ogni cena in un momento di condivisione autentica di esperienze.
Il menu degustazione prevede sette portate con abbinamento di bevande (escludendo i bocconcini iniziali), che variano regolarmente in base alla disponibilità dei prodotti freschi.
Noi di Mentelocale abbiamo iniziato la cena con la Fake Ceviche, un piatto inedito con avocado, tartare di manzo e lenticchie, il tutto insaporito dalla pozione 4, una particolare versione del leche de tigre, arricchita con olio affumicato di cipollotto e aceto di peperoncino. In abbinamento, un infuso di tè nero, fiori di ibisco, cannella e tequila.
A seguire, il piatto CCCP, un omaggio all’omonima band punk rock italiana, composto da carciofi crudi con succo di limone, crema di cavolfiore, calamari e puntarelle. L’acidità del piatto è stata esaltata dal Dhallë, una bevanda albanese a base di yogurt, sale e limone.
La terza portata, chiamata Tofu, era composta da tofu piastrato servito con crema di cavoli, kale, katsuobushi e un brodo che richiama sia il dashi che la zuppa di miso. L’abbinamento scelto è stato una kombucha ai fiori di ibisco e salvia.
Il quarto piatto proposto è stato un risotto ai funghi porcini, accompagnato dal Bianco IGP Terre Siciliane Nicuzza dell’azienda agricola Bertolino, mentre la quinta portata, Primitivo, ha avuto come protagonista l’agnello, carne ben nota alla cucina albanese, servito con un Terre Siciliane Nero d’Avola DOC di Nino Barraco.
Per concludere, i dessert: prima dei cioccolatini che omaggiano Nina, la bassotta di casa, e infine una panna cotta realizzata con latte di cocco, polvere di foglie di fico, zucchero caramellato, pepe di Giava e olio all’eucalipto.
Di Giulia De Sanctis