Torino, 07/01/2020.
Si apre con il 2020 un nuovo anno di progetti culturali e mostre a Torino e non solo: sono diverse le province del Piemonte dove si stanno svolgendo dall'autunno e si protrarranno fino alla primavera alcune delle grandi mostre che caratterizzeranno il periodo.
Si tratta per lo più di percorsi artistici che esaltano l'arte moderna e contemporanea, e spesso la fotografia. Con l'eccezione di Leonardo Da Vinci, genio indiscussio del Rinascimento italiano, che dopo secoli ancora affascina con le sue straordinarie invenzioni e progetti.
Ma se a Cuneo si può ancora celebreare il maestro del Quattrocento, si fa un salto nell'Ottocento e nel Novecento ad Asti e a Novara, fino a immergersi nel complesso mondo della fotografia, con maestri come Nickolas Muray e Oliviero Toscani. Vediamo insieme le mostre ancora visitabili e quelle in partenza.
A Palazzo Mazzetti di Asti, fino al 16 febbraio 2020, è ancora visitabile la grande mostra dedicata a Monet e agli impressionisti in Normandia. Il percorso conduce alla scoperta di75 quadri, tra i quali Camille sulla spiaggia (1870, dal Musée Marmottan di Parigi) e Barche sulla spiaggia di Étretat (1883, dalla Fondation Bemberg di Toulouse) di Monet, Tramonto, veduta di Guernesey, (1893) di Renoir, Falesie a Dieppe (1834) di Delacroix e La spiaggia a Trouville (1865) di Courbet.
Paesaggi che diventano fonte di espressioni artistiche di grande potenza, dove i microcosmi generati dal vento, dal mare e dalla bruma possiedono una personalità fisica, intensa ed espressiva, che i pittori francesi giungono ad afferrare dipingendo en plein air dando il via così al movimento impressionista.
Le opere provengono in gran parte dalla collezione Peindre en Normandie ma anche dal Musée Marmottan di Parigi e dalla Fondazione Bemberg di Tolosa.
Fino al 16 febbraio siete ancora in tempo per fare un salto alla mostra L’altra tela di Leonardo. Le geniali invenzioni nelle macchine tessili, allestita al filatoio di Caraglio. Nel cinquecentenario della morte di Leonardo da Vinci, la Fondazione Filatoio Rosso ha voluto evidenziare l’ingegno dell’artista nella messa a punto e nell’invenzione di dispositivi e macchine per l’arte tessile, una delle attività preponderanti del suo tempo.
Suddiviso in 3 sezioni, il percorso espositivo vuole essere un efficace strumento di comprensione e divulgazione delle invenzioni leonardesche attraverso ricostruzioni 3d, apparati multimediali, gigantografie, videoproiezioni, installazioni. I linguaggi utilizzati sono diversi a seconda delle sezioni: più tradizionale negli spazi museali per tutelare e valorizzare il patrimonio culturale esistente e più innovativo e tecnologico negli spazi espositivi per dar vita nel suo complesso ad un percorso di visita esperienziale ed emozionale.
I due torcitoi circolari, fedelmente ricostruiti nel Filatoio di Caraglio in scala reale, perfettamente funzionanti e unici esistenti in tutto il mondo, diventano lo spunto per la costruzione di un progetto espositivo originale e irripetibile, che consente la rappresentazione dal vero dei tantissimi disegni del Maestro.
Divisionismo. La rivoluzione della luce é la mostra che sarà visitabile fino 5 aprile 2020 a Novara, al Castello Visconteo Sforzesco. Il Divisionismo nasce a Milano, sulla stessa premessa del Neo-Impressionnisme francese. Si sviluppa nel Nord d’Italia, grazie soprattutto al sostegno di Vittore Grubicy de Dragon, mercante d’arte, critico, pubblicista e a sua volta pittore, che con il fratello Alberto gestisce a partire del 1876 una galleria d’arte a Milano.
Ed è proprio Vittore a diffondere tra i pittori della sua scuderia il principio della sostituzione della miscela chimica dei colori tradizionalmente ottenuta sulla tavolozza, con un approccio diretto all’accostamento dei toni complementari sulla tela. Da dato chimico, il colore diventa fenomeno ottico e alla dovuta distanza l’occhio dello spettatore può ricomporre le pennellate staccate in una sintesi tonale, percependo una maggior luminosità nel dipinto.
Presto il Divisionismo da Milano e dalla Lombardia si allarga al Piemonte: la pennellata divisa è destinata a diventare strumento privilegiato nella traduzione di una poetica della natura o di una messa a fuoco delle tematiche sociali. Ordinata in otto sezioni tematiche, l’esposizione di Novara racchiude una settanta opere tutte di grande qualità e bellezza, provenienti da importanti musei e istituzioni pubbliche e da collezioni private.
Testimone, innovatore. Capace di immaginare il futuro. Di indagare il limite dell’immagine e del suo linguaggio: è Oliviero Toscani, in mostra fino al 3 maggio 2020 al Castello di Miradolo, a San Secondo di Pinerolo.
Un percorso espositivo inedito, dagli esordi alle più famose campagne che hanno caratterizzato il suo stile, dalle immagini iconiche agli incontri della sua carriera, che lo collocano tra i grandi della fotografia mondiale. Un viaggio in cui le immagini sono ovunque: nelle sale espositive ma anche nel Parco del Castello, in dialogo con la natura e le stagioni.
In mostra fotografie, manifesti, interviste e video-installazioni per un mosaico eterogeneo ma insieme completo dell’occhio e, soprattutto, dello sguardo con cui Oliviero Toscani ha osservato e raccontato il suo tempo. È la volontà di indagare i linguaggi dell’arte insieme al tentativo, sempre rinnovato, di cambiare i paradigmi abituali della sua fruizione che pone questo grande evento in continuità con l’attività della Fondazione Cosso.
Frida Kahlo attraverso le lenti di Nickolas Muray è infine la nuova mostra che prenderà vita dal 1 fennraio al 3 maggio alla Palazzina di Caccia di Stupinigi. Per la prima volta in Europa, la mostraoffre uno sguardo intimo e privato su Frida Kahlo, l’artista più prolifica, conosciuta e amata del Messico, attraverso l'obiettivo fotografico del suo amico di lunga data e amante, Nickolas Muray.
Le fotografie che Muray realizzò nel corso della relazione con Frida Khalo, che coprono un periodo che va dal 1937 al 1946, offrono una prospettiva unica, quella dell’amico, dell’amante e del confidente, ma al tempo stesso mostrano le qualità di Muray come ritrattista e come maestro della fotografia a colori, campo pionieristico in quegli anni. Queste immagini mettono anche in luce il profondo interesse di Kahlo per la sua eredità messicana, la sua vita e le persone per lei importati con cui la condivideva.
Le foto in mostra a Stupinigi si sono fatte strada nella cultura popolare, attraverso i più diversi media, e hanno influenzato profondamente la visione che il pubblico ha di Frida. Sono diventate un’icona, la prima immagine che ci viene in mente quando si pensa alla pittrice messicana. Sono parte integrante della comprensione di chi fosse Frida Kahlo come individuo dietro l’opera d'arte.