Carol Rama, geniale sregolatezza. La mostra al Museo Accorsi-Ometto

Senza titolo (Paesaggio), 1957 Tecnica mista su carta, 31x48 cm Collezione privata
Museo Accorsi-Ometto Cerca sulla mappa
DA Martedì15Aprile2025
A Domenica14Settembre2025

Dal 15 aprile al 14 settembre 2025, le sale del Museo di Arti Decorative Accorsi-Ometto di Torino ospitano una grande retrospettiva dedicata a Carol Rama, artista torinese attiva per oltre sette decenni e figura centrale della scena artistica del Novecento. La mostra si inserisce nel decimo anniversario dalla sua scomparsa e intende ripercorrerne l’intero percorso creativo, mettendo in luce la complessità e la coerenza di una ricerca artistica che ha attraversato generi, tecniche e linguaggi diversi.

Curata da Francesco Poli e Luca Motto, l’esposizione presenta un nucleo di circa 100 opere, provenienti da collezioni pubbliche e private, selezionate per rappresentare le fasi più significative del lavoro di Rama, dagli esordi negli anni Trenta fino alle ultime produzioni dei primi anni Duemila.

Il percorso si sviluppa in otto sezioni tematiche. Si apre con gli acquerelli giovanili della fine degli anni Trenta, nei quali l’artista elabora, attraverso un tratto libero e diretto, temi legati all’identità, al corpo e alla sessualità, con immagini che rimandano alla sua esperienza personale. Accanto a questi lavori vengono proposte le opere del decennio successivo, tra cui oli espressionisti e disegni caratterizzati da una materia pittorica intensa e da soggetti emotivamente densi.

Negli anni Cinquanta, Rama si avvicina alle ricerche astratte del dopoguerra e aderisce al Movimento Arte Concreta, entrando in dialogo con artisti come Biglione, Galvano e Parisot. A questa fase segue l’interesse per l’Informale, documentato in mostra da una serie di dipinti in cui la componente materica e gestuale diventa dominante.

Una sezione importante è dedicata ai Bricolages, lavori degli anni Sessanta in cui Rama inserisce nelle superfici pittoriche oggetti trovati: occhi di bambola, siringhe, lamiere, tappi, gomma. Questi materiali, carichi di significati simbolici e di memoria, sono utilizzati in composizioni ibride, sospese tra pittura e installazione.

La fine degli anni Sessanta è segnata da una produzione con smalti e vernici nebulizzate, in cui emergono riferimenti alla corporeità, alla tecnologia, e a un immaginario segnato dalla tensione della Guerra Fredda. Negli anni Settanta, l’artista introduce la serie delle Gomme, opere minimali in cui frammenti di camere d’aria vengono applicati su superfici monocrome: un lavoro sulla materia, sul vuoto e sull’equilibrio formale.

Con gli anni Ottanta e Novanta, Carol Rama torna a una nuova forma di figurazione. Le opere di questo periodo sono ricche di colore, stratificazioni e dettagli, con soggetti che spaziano da figure umane ad animali fantastici, fino a paesaggi e geometrie su carte prestampate. La parte conclusiva della mostra si concentra sulla produzione più recente, tra gli anni Novanta e i primi Duemila, in cui la rappresentazione di corpi, volti e frammenti anatomici si lega a temi legati alla malattia e alla percezione del sé. È in questo periodo che nasce una serie di lavori ispirati dalle immagini televisive legate al morbo della mucca pazza, che Rama reinterpreta con forte impatto visivo e simbolico.

Accanto alle opere, fotografie e video-interviste offrono ulteriori elementi per approfondire la personalità dell’artista e il suo universo creativo.

All’interno del percorso è inclusa anche una sezione speciale: INSIDE CAROL RAMA, progetto fotografico realizzato da Bepi Ghiotti tra il 2012 e il 2014. Dodici immagini raccontano l’atmosfera e i dettagli della casa-studio dell’artista in via Napione a Torino, abitata per oltre settant’anni. Questo spazio, oltre a essere luogo di produzione, fu anche punto di incontro e dialogo con numerosi intellettuali e artisti, tra cui Italo Calvino, Cesare Pavese, Felice Casorati, Italo Cremona, Massimo Mila, Luciano Berio, Edoardo Sanguineti.

La mostra offre così un’occasione per rileggere la carriera di Carol Rama nella sua interezza, offrendo uno sguardo articolato su un’opera anticonvenzionale, inquieta e profondamente originale.

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