Morte Papa Francesco, il Piemonte si stringe nel ricordo del suo pontefice

Torino, 21/04/2025.

Un dolore composto ma profondo attraversa Torino e il Piemonte per la scomparsa di Papa Francesco. Il legame con questa terra era autentico e personale: la sua famiglia proveniva da Portocomaro, piccolo comune dell’Astigiano dove vive ancora la cugina Carla Rabezzana. «Me lo ha detto una mia amica che tiene sempre la TV accesa. È un dolore grande», racconta, commossa.

Papa Francesco ha sempre guardato al Piemonte con affetto, e con altrettanta stima ha costruito un rapporto stretto con l’Arcivescovo di Torino, Roberto Repole. Un’intesa profonda, cementata dalla comune visione di una Chiesa al servizio degli ultimi, della giustizia sociale, della speranza. Proprio Francesco volle che Repole diventasse cardinale, nominandolo nel dicembre scorso a soli 57 anni.

Il Papa era atteso a Torino il 3 maggio, in collegamento da Roma, per salutare i giovani riuniti in piazza Castello in occasione dell’ostensione straordinaria della Sindone. Un incontro che non avverrà, ma che lascia spazio a un ricordo ancora più intenso.

Mercoledì 23 aprile alle 20.30, nella Cattedrale di San Giovanni Battista, sarà celebrata una veglia di preghiera in suo suffragio, presieduta dal cardinale Repole. Un momento di preghiera, ma anche di gratitudine.

«Se n’è andato nell’anno del Giubileo che tanto aveva desiderato», ha dichiarato Repole. «Ha speso la vita per farci sentire l’amore di Dio, con parole semplici, accessibili a tutti. Ha parlato ai potenti e agli invisibili, sempre con lo stesso messaggio: la misericordia può cambiare il cuore umano, può persino trasformare la storia. È per questo linguaggio mite, ma radicale, che Papa Francesco è stato amato anche da chi non crede. Personalmente, porterò con me il ricordo della sua amicizia, delle responsabilità che mi ha affidato, del giorno in cui ha voluto conoscere la mia famiglia. Ma, soprattutto, spero che tutti custodiamo il ricordo di un uomo che ha creduto e testimoniato il Vangelo».

Anche le istituzioni piemontesi si stringono nel lutto. Il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, lo ha definito «una voce che ci ha ricordato il valore dell’impegno per una società più giusta». Il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, ha sottolineato quanto fosse «orgoglioso delle sue radici piemontesi, che citava sempre con affetto e che hanno segnato anche il suo modo di guardare al mondo».

Cordoglio è arrivato anche dalla vicepresidente del Movimento 5 Stelle, Chiara Appendino, che lo ha ricordato come «un leader spirituale capace di avvicinare la Chiesa agli ultimi», e da esponenti del Partito Democratico come Chiara Gribaudo («Da oggi saremo tutti più soli») e Gianna Pentenero, che ha parlato di lui come di «un grande piemontese da tenere come esempio».

Infine, anche dal cuore delle comunità religiose piemontesi arriva un sentimento di riconoscenza. L’arcivescovo di Vercelli, Marco Arnolfo, ha ricordato con gratitudine la nomina ricevuta da Francesco, mentre il vescovo di Biella, Roberto Farinella, ha affidato la sua preghiera al Santuario di Oropa, luogo caro al Pontefice.

Il Papa “venuto dalla fine del mondo” ha trovato in Piemonte una terra che l’ha riconosciuto come figlio. E che oggi, con dolore, ma anche con immensa gratitudine, lo saluta per l’ultima volta.

Di Giulia De Sanctis

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