Torino, 08/03/2019.
Il viso in chiaroscuro di Andrea Pazienza, un vero artista del fumetto scomparso troppo presto, troneggia in una delle sale della Pinacoteca dell’Accademia Albertina. È una riproduzione di una sua tavola, presente all’inizio del percorso espositivo, che è stata ridisegnata su uno specchio. Lo guardi, il tuo volto entra nel suo, metà sì e metà no. È un autoritratto che diventa un ritratto, ma senza mai essere completo. Forse come i veri autoritratti, che non sono mai fedeli riproduzioni di un volto, ma tendono a esaltarne alcuni tratti caratteriali.
È una delle opere esposte dal 9 marzo al 7 aprile alla Pinacoteca, per la mostra Me, Myself(ie) and I. L’autoritratto a fumetti, curata da Mariella Lazzarin e legata alla 20a edizione di Sottodiciotto Film Festival (15-22 marzo). Allestita nelle sale auliche che ospitano la collezione permanente, il percorso espositivo include tavole di grandi disegnatori (da Jacovitti a Gipi, da Stano a Fior) accanto a dipinti del ‘400 e del ‘500. È un insolito dialogo che la curatrice ha tenuto ben presente nel suo lavoro. «Nella scelta delle tavole – racconta – abbiamo guardato che cosa c’era nelle sale, in alcuni casi la Pinacoteca ha anche inserito appositamente delle opere».
L’idea è quella di ripercorrere l’evoluzione del fumetto nel corso del Novecento. «Come la letteratura – scrive Mariella Lazzarin nell’introduzione al catalogo – anche il linguaggio del fumetto è andato modificandosi. L’esposizione di tavole di artisti dalle esperienze differenti invita il pubblico a interrogarsi sui vari metodi di lavoro da un lato, dall’altro sui procedimenti di racconto e scrittura». E così il visitatore viene accolto dal volto di Gipi che, in una serie di prove successive, diventa una scimmia, oppure da Jacovitti con una pipa in bocca. Poi Milo Manara e Paolo Bacilieri (autore del manifesto della mostra), accanto alle giovani Lucia Biagi e Eleonora Antonioni, fino ad arrivare alle under 30 che lavorano soprattutto sul web, come Josephine Yole Signorelli, in arte «Fumettibrutti», e Agnese Innocente, che ha realizzato ad hoc la locandina di Sottodiciotto.
La stretta collaborazione con l’Accademia Albertina è sancita anche dal lavoro degli allievi di scenografia, che hanno curato gli allestimenti tenendo conto, sempre, delle opere già presenti. Come nel caso dell’autoritratto di Giacomo Grosso, affiancato a un «nastro» di specchio che scende dalla parete fino al centro della sala. Postazione perfetta per vedersi riflessi di fianco al maestro della pittura piemontese e, magari, dipingere sé stessi, come ha fatto uno studente durante l’inaugurazione della mostra.
Ma il fumetto non prescinde dalla satira, cui la mostra rende tributo con quattro tavole di autori contemporanei noti al grande pubblico. E qui il tema dell’autoritratto diventa auto-satira, come nel caso di Mario Natangelo. Con lui, in una sezione apposita, sono presenti anche dei lavori di Giorgio Forattini, Vauro Senesi e Vincino. Conclude il percorso una videoinstallazione di Massimo Cartaginese, C/o: Mars tin seas image, realizzata nel 2011, che ricostruisce una descrizione «geografica» del suo viso. «Già da piccolo – racconta – ero interessato a questo aspetto, mi incuriosiva molto il mio cognome». Il percorso espositivo, sostenuto da Reale Mutua, include in totale un centinaio di opere.
Di Paolo Morelli