Torino, 12/03/2019.
Il 15 marzo è il giorno scelto in tutta Europa per lo
sciopero globale legato al cambiamento climatico. Un
movimento spontaneo ed ecologista, nato tra i giovanissimi in
Svezia, FridaysForFuture si è diffuso in tutto il mondo grazie
all’ispirazione offerta dagli scioperi della sedicenne
svedese Greta Thunberg, il cui scopo è attirare
l’attenzione dei leader mondiali sulla grave emergenza climatica.
A Torino i giovani scendono in piazza dal gennaio 2019,
ogni venerdì, per gridare ai governi di tutto il mondo
che non esiste un pianeta B, ed è necessario
cambiare immediatamente le direttive politiche per salvare il mondo
dagli effetti devastanti del cambiamento climatico.
Il 15 marzo l’Italia e più di 70 nazioni in tutto il mondo e 60
città in tutta Italia parteciperanno allo sciopero globale
per il clima. L’incontro a Torino è previsto il 15
Marzo dalle ore 9:30 in Piazza Arbarello. Chiunque è
invitato a partecipare portando cartelli e striscioni. Dopo la
partenza da Piazza Arbarello, la manifestazione proseguirà
su Via Cernaia per poi svoltare verso Piazza Palazzo di Città, dove
si terrà un flash mob, e si concluderà in Piazza Castello,
dove prenderà vita l’evento principale con la partecipazione del
metereologo e climatologo
Luca Mercalli e molti altri ospiti.
«Abbiamo solo 12 anni per limitare il riscaldamento climatico a 1,5°C sopra i livelli preindustriali – questo l’appello urgente dei giovani della rete Fridays for Future - 12 anni sono pochissimi per limitare gli enormi danni di cui già stiamo subendo le gravi conseguenze. La fusione del permafrost sta rilasciando nell'aria enormi quantità di Metano (gas serra) che era finora trattenuto negli Idrati di Metano. Ciò causerà un ciclo vizioso che aumenterà ulteriormente ed esponenziale la temperatura globale. La fusione del permafrost farà sì che i virus fino a ora nascosti nel ghiaccio verranno rilasciati nell'aria».
L’appello sottolinea il carattere emergenziale di questa richiesta: «Quello che faremo ora determinerà il futuro del pianeta – proseguono i giovani - Se non limitiamo i danni, i nostri figli non avranno un mondo in cui vivere. Li stiamo letteralmente derubando del loro futuro! Noi siamo la prima generazione a sentire gli effetti del cambiamento climatico, ma siamo anche l'ultima a poter fare qualcosa: cosa diremo ai nostri figli e nipoti quando ci chiederanno perché non abbiamo fatto nulla quando ancora potevamo?».
Il ditto è puntato contro la politica e i governi di tutto il mondo affinché pongano il grave problema del cambiamento climatico al primo posto nelle loro agende. La crisi – tale è quella causata dal cambiamento climatico – va trattata come tale per cercare di risolverla, guardando alla politica, ma anche alle aziende mondiali e alla gestione dei sistemi energetici con soluzioni sostenibili.
«Non si è mai troppo piccoli per fare la differenza», e l’onda del movimento ecologista Fridays For Future lo dimostra con la sua diffusione capillare in tantissime città italiane, e con la battaglia di Greta Thunberg che continua a ispirare centinaia di giovani in tutto il mondo. Fridays for Future Torino è social: Facebook, Twitter e Instagram. Sui social combatte anche Greta Thunberg, attraverso il suo profilo instragram. Mentre questo è il sito di Fridaysforfuture internazionale.
A Torino aderiranno alla manifestazione tante associazioni cittadine. Torino Respira, per esempio, si appella alla tragica ricorrenza, ogni anno più allarmante, del primo agosto, Earth Overshoot, giorno in cui si registra quanto il consumo delle risorse disponibili ha ecceduto la capacità della Terra di rigenerare tali risorse durante l’ anno. «L’umanità è ormai in debito ecologico dagli anni ’70 – scrivono sull’evento Facebook - Ogni anno consumiamo più di 1,7 “Pianeti Terra” cioè 1,7 volte tanto quello che il nostro pianeta dispone per un anno, consumando molto più velocemente di quanto esso si rigeneri. Le emissioni eccessive di CO2 (e altri gas serra), dovute soprattutto all’allevamento intensivo, alla deforestazione e al consumo di combustibili fossili (trasporti, riscaldamento domestico, produzione di energia), hanno portato a un riscaldamento dell’atmosfera terrestre. Il 95% circa della comunità scientifica avvalora la tesi del Surriscaldamento Globale dovuto a cause antropiche. Le concentrazioni di CO2 nell’aria, misurabili in PPM (parti per milione), negli ultimi 400.000 anni non hanno mai superato le 300 PPM, mentre ad oggi il livello raggiunge le 410 PPM, evidenziando così gli innegabili e irreversibili danni causati dall’uomo. Alcuni di questi sono già visibili e risultano spaventosi».
Ondate di calore, migrazioni animali, danneggiamento dell’agricoltura, ghiacciai scomparsi, siccità, incendi. «Il momento di fare qualcosa è giunto, prima che sia troppo tardi» è il messaggio ribadito da tutta la rete. Ad aderire al manifesto Fridays For Future, e alla giornata, sono tanti studenti dei licei torinesi e istituti superiori, tra i firmatari risultano anche Legambiente Torino e area metropolitana, Comitato Torino Respira, Rete Universitaria Nazionale, greenTO, FIAB Torino Bici & Dintorni, Movimento per la Decrescita Felice - Circolo di Torino.
Anche la rete Slow Food aderirà al Global Strike for Future: «condividiamo la preoccupazione per i cambiamenti climatici e il loro crescente impatto sul pianeta, dove il sistema di produzione e distribuzione del cibo rappresenta uno dei settori più esposti agli effetti del mutamento oltre a essere tra le prime cause - dichiara Gaia Salvatori, esponente del comitato esecutivo di Slow Food Italia - Per questo motivo crediamo sia importante supportare e partecipare a questa mobilitazione, serve coraggio e una visione coerente: chiediamo ai governi, alla nostra comunità e a noi stessi un cambiamento senza indugi. Mettiamo a disposizione dei ragazzi le nostre sedi, la nostra rete sul territorio, diamo loro il massimo sostegno perché possano esprimere fino in fondo questo protagonismo che dimostra una spiccata sensibilità sulla questione ambientale, perché contrastare i cambiamenti climatici è la sfida più grande che abbiamo davanti. E i giovani su questo sono sensibili e da loro possono arrivare proposte e speranze».