Torino, 04/11/2019.
Da giovedì 7 a domenica 10 novembre 2019, in occasione dei 160 anni dalla fondazione della Scuola di Applicazione per Ingegneri, il Politecnico di Torino organizza la prima edizione del Festival della Tecnologia, una rassegna di respiro internazionale che intende proporre un’ampia e articolata riflessione culturale e civile, oltre che tecnica, sul rapporto tra tecnologia e società.
Un’iniziativa per riflettere sul tema tecnologia e società, che intende raccontare la tecnologia attraverso le persone e raccontare le persone attraverso la tecnologia, usando anche linguaggi artistici (come quelli della letteratura, del cinema e della musica) ed esplorando molteplici ambiti d’impatto della tecnologia (come la disabilità, le città, l’educazione, l’informazione, la politica).
Una rassegna inedita - pensata e organizzata dal Politecnico di Torino nel 160esimo anniversario dalla sua fondazione, con la curatela del Rettore Guido Saracco, del delegato per la Cultura e la Comunicazione Juan Carlos De Martin e del giornalista Luca De Biase – che per la prima volta si propone di esplorare la relazione tra tecnologia e società con un approccio umanistico e democratico, partendo dal presupposto che la tecnologia non sia soltanto il risultato di scienza e innovazione, ma sia prima di tutto il frutto di un’abilità squisitamente umana, la creatività.
Per questa ragione è fondamentale che la società non perda mai il contatto e il rapporto diretto con la tecnologia, soprattutto nel momento in cui l’innovazione raggiunge livelli molto sofisticati e rischia di diventare appannaggio di una élite di studiosi, esperti, tecnici appunto. La tecnologia è un patrimonio comune e come tale deve rimanere accessibile e comprensibile a tutti: con questo spirito il Festival si propone di riavvicinare i singoli, i cittadini, ai grandi temi e alle importanti sfide che lo sviluppo tecnologico impone di affrontare da sempre, perché tutti possano mantenere vigile e consapevole il controllo sulle sue evoluzioni.
Proprio per questo, il programma propone un approccio analitico-critico di lunga durata, che non si limita all’esplorazione del mondo digitale, ma affonda le sue radici anche nelle più consolidate – ma ancora attuali e cruciali – forme di tecnologia, dalle infrastrutture alle telecomunicazioni: nello studio delle sfide, dei rischi e delle problematiche di ieri e di oggi risiede la chiave per scoprire, orientare e tutelare le possibilità di domani.
Questa riflessione parte proprio dall’Ateneo, che per quattro giorni aprirà le porte dei propri laboratori, Dipartimenti, Centri di ricerca interdipartimentali e collezioni storiche, ma si allarga alla città e all’intera Regione. Il Politecnico ha proposto infatti questa sfida a numerosi partner del territorio – oltre 50 - che hanno contribuito a una rassegna di ampio respiro per offrire alla cittadinanza una riflessione articolata, inclusiva e accessibile su questi temi: tra questi per esempio la Regione Piemonte, che ha proposto quest’anno di gemellare il Festival con la sua iniziativa Fabbriche Aperte.
Il Politecnico di Torino vuole fare dono alla città e alla cittadinanza di una rassegna di ampio respiro che offra gratuitamente approfondimenti e riflessioni articolate, una chiave di lettura per il mondo complesso in cui viviamo e da cui la tecnologia è inevitabilmente plasmata. Il programma, quindi, è caratterizzato da una forte interdisciplinarità: si parlerà, certo, delle innovazioni tecniche più recenti, ma ampio spazio sarà dato alle implicazioni sociali, ambientali, etiche, economiche, politiche con incontri che tratteranno, tra gli altri temi, di intelligenza artificiale, big data, blockchain, hackeraggio, low-tech, mobilità sostenibile, ecologia, ma anche di cibo, sport, musica, cinema, letteratura, filosofia, religione e spiritualità. La tecnologia non esisterebbe, del resto, senza un innato senso del bello; e ci metterebbe di fronte a grandi pericoli se non fosse regolata dal senso del buono.
Il programma prenderà così vita tra grandi eventi e macro-temi. Dal 7 al 10 novembre saranno oltre 300 i relatori da tutto il mondo che si alterneranno in occasione degli oltre 150 incontri diffusi su tutto il territorio cittadino: dalle aule del Politecnico al Castello del Valentino, dal Circolo dei Lettori alle OGR, dalla Cavallerizza Reale all’Accademia delle Scienze, dal Museo della Radio e della Televisione RAI fino al Museo del Cinema, dal Museo dell’Automobile alla Biblioteca Civica Centrale, per citarne alcuni. Soggetti culturali del territorio come Polo del ‘900, Museo del Cinema insieme a Torino Film Festival e Circolo dei Lettori hanno collaborato fin da subito alla realizzazione del Festival, con iniziative organizzate e ospitate in diversi luoghi della città. Le università piemontesi, Università degli studi di Torino, del Piemonte Orientale e di scienze Gastronomiche, hanno organizzato veri e propri programmi dedicati presso le proprie sedi o al Politecnico, sottolineando la coesione del sistema universitario.Il Festival prevede anche uno spazio – il Villaggio della Tecnologia – interamente dedicato ai ragazzi, che potranno partecipare a laboratori e attività pensati per i più piccoli.
Il Festival si apre giovedì 7 novembre con il conferimento della Laurea ad honorem in Ingegneria Gestionale al Premio Nobel Joseph Stiglitz, che terrà una lectio intitolata Tecnologia e diseguaglianza; alla cerimonia seguirà lo svelamento della statua di Quintino Sella, uno dei fondatori del Politecnico, che trova una nuova e più importante collocazione proprio in occasione del Festival; chiuderà la giornata inaugurale il concerto del Coro PoliEtnico del Politecnico e del Giorgio Li Calzi Jazz Ensemble.
Venerdì 8 novembre, protagonisti gli studenti del Politecnico, che dialogheranno con John Elkann, ex-allievo del Politecnico, sui temi della rivoluzione tech del settore automotive, ma anche, più in generale, dell’impatto della tecnologia sulla società; il grande chef Ferran Adrià parlerà del rapporto tra cibo e tecnologia, nel quadro del progetto Coffee Sapiens, promosso da Lavazza e dalla elBulli Foundation di cui è Presidente; mentre Alessandro Baricco si interrogherà su cosa ha guadagnato e cosa ha perso l’uomo con la rivoluzione digitale e l’astrofisica Ersilia Vaudo Scarpetta racconterà lo spazio, ma anche i “superpoteri” che la scienza può regalare, in particolare alle donne.
Di spazio si parlerà anche sabato 9 novembre con Samantha Cristoforetti, a cui il Politecnico conferirà la Laura ad honorem in Ingegneria Aerospaziale, e che per l’occasione terrà una lectio intitolata: Esplorazione umana dello spazio: sfide tecnologiche. Samantha Cristoforetti interverrà anche alla Convention Alumni PoliTO, organizzata dall’Ateneo e dalla sua Associazione di exallievi: per la prima volta aperta al pubblico, un’occasione di incontro tra - e con - gli alumni PoliTO per dar vita a una community coesa e creativa.
Gli occhi della città è il titolo del panel con il docente di Harvard Antoine Picon, l’architetto e docente del MIT Carlo Ratti e l’architetto e docente cinese Zhang Li, che sabato racconteranno come gli edifici diventino quasi creature vive, capaci di interagire tra loro e con i cittadini grazie alla tecnologia. L’incontro sarà l’occasione per presentare i temi della Biennale di Shenzhen, curata dal Politecnico di Torino (South China-Torino Lab, con l’università cinese SCUT) e Carlo Ratti.
Uno dei protagonisti della giornata di domenica 10 novembre sarà Piero Angela, che terrà una lectio dal titolo Tecnologia, cultura e informazione, dedicata all’importanza della diffusione delle conoscenze scientifiche. Di libertà e dipendenze, poi, parlerà il saggista bielorusso Evgeny Morozov, che si chiederà se le piattaforme digitali e i servizi algoritmici incrementino la nostra autonomia oppure producano nuove e pericolose dipendenze.
Il Festival si chiuderà con un incontro che vuole tirare le fila della quattro-giorni di dibattiti e riflessioni condivise: un Processo alla tecnologia che vedrà confrontarsi il Rettore dell’Università degli Studi di Torino Stefano Geuna, il Presidente del CNR Massimo Inguscio, il Direttore Generale dell’Istituto Italiano di Tecnologia Gianmarco Montanari, la docente di Filosofia della Scienza Simona Morini e il Rettore del Politecnico Guido Saracco. Le ultime scoperte tecnologiche: la tecnica al servizio della sostenibilità e dell’inclusione In un festival dedicato alla tecnologia, le sue applicazioni più avveniristiche non possono che essere un tema di primo piano. Si parlerà, infatti, di mobilità intelligente e infrastrutture: Roberto Casati, direttore dell’Institut Jean Nicod di Parigi, racconterà come cambia il nostro rapporto con l’ambiente circostante a causa della sempre maggiore diffusione dei navigatori GPS; i veicoli a guida autonoma saranno oggetto di analisi di Marco Pavone dell’Università di Stanford; il Presidente del CDA delle Ferrovie dello Stato Gianluigi Castelli analizzerà le trasformazioni in atto nel settore delle infrastrutture, non solo materiali ma anche immateriali, del nostro Paese; e ancora, Ciro Cattuto, Alessandro Vacca e Marzia Rango dello IOM delle Nazioni Unite esploreranno le possibilità di sistemi di trasporto più rispettosi dell’ambiente.
La mobilità sostenibile, del resto, è un tema particolarmente attuale in un mondo segnato dal cambiamento climatico. Proprio di questo parleranno il climatologo Luca Mercalli e il Presidente del Centro Euro-Mediterraneo sui cambiamenti climatici, Antonio Navarra. Mentre Carlo Petrini porterà la sua testimonianza sull’importanza della tutela della Terra Madre e il Rettore Guido Saracco terrà una lectio sulla lotta ai cambiamenti climatici a 360 gradi, toccando etica, politica, formazione, scienza e tecnologia.
Le cosiddette tecnologie “low tech”, inoltre, sono al centro dell’attività del ricercatore olandese Kris De Decker, che esplora le possibilità di una ricerca indipendente su tecniche e sistemi semplici, di ridotto impatto ambientale e accessibili a tutti. Sempre di accessibilità, e in particolare di tecnologia accessibile per persone con disabilità, si parlerà con Paolo Ariano (Istituto Italiano di Tecnologia) e l’ideatore di Hackability Carlo Boccazzi Varotto.
Anche un tema di frontiera come la modificazione genetica sarà trattato al Festival, con l’incontro Riscrivere i genomi: promesse e sfide dell’era CRISPR, con la docente dell’Università IULM di Milano Anna Meldolesi. L’intelligenza artificiale, la robotica, il riconoscimento facciale sono alcuni tra i grandi temi che un festival della tecnologia oggi deve affrontare in chiave tecnico-scientifica tanto quanto etica. Il cammino infinito della conoscenza, intesa come lavoro sociale, sarà il tema dell’incontro con il filosofo e saggista Paolo Sini.
Padre Paolo Benanti, docente di Etica alla Pontificia Università Gregoriana di Roma ed esperto di digitale, sarà a Torino per un incontro sulle implicazioni etiche (ma non solo) dell’intelligenza artificiale; l’ex Ministro Maria Chiara Carrozza, poi, prospetterà le potenzialità future della robotica sociale, mentre Roboetica è il titolo dell’incontro con l’ingegnere Marcello Chiaberge, la filosofa Viola Schiaffonati e l’esperto di robotica Gianmarco Veruggio dedicato all’esplorazione dei rischi e delle sfide dettati dalla progettazione di robot di servizio (inclusi i robot-killer). Anche il riconoscimento facciale impone una riflessione delicata che garantisca un bilanciamento tra utilità e sicurezza: ne parleranno lo studioso dei media Simone Arcagni, il giurista Ugo Pagallo e Niculae Sebe, uno dei massimi esperti di riconoscimento facciale a livello internazionale.
La democrazia è in pericolo è il titolo dell’incontro con Christopher Cepernich, delegato del Rettore dell’Università di Torino per la comunicazione, il giornalista Fabio Chiusi e il sociologo del King’s College di Londra, Paolo Gerbaudo: in un mondo in cui la verità perde di consistenza che anticorpi hanno le società per difendersi? E come stanno evolvendo i partiti politici?
Il giornalista e autore Mario Calabresi si interrogherà sul giornalismo del futuro, con Elena Lamberti e Massimo Russo, mentre si parlerà di Intelligenza Artificiale in redazione con Anna Masera, Marianna Bruschi e Fabio Chiusi.
Del mondo degli hacker – spesso più evocato che conosciuto – si discuterà con Claudio Agosti, Lucia Zappacosta e Denis Roio; di big data e lotta al crimine, invece, in un panel promosso dall’UNICRI (United Nations Interregional Crime and Justice Research Institute) e dedicato a capire come la raccolta di dati strutturati possa assistere le autorità governative nella lotta al crimine organizzato.
Il lato oscuro della rete è il tema che tratterà Geert Lovink, direttore del Institute of Network Cultures di Amsterdam, che parlerà di nichilismo digitale e della tecno-tristezza, fenomeno semprepiù diffuso soprattutto tra gli adolescenti, oggetto di studio anche di Sandra Cortesi, direttrice del progetto “Youth and Media” del Berkman Klein Center for Internet & Society dell’Università di Harvard. Grazie al contributo di PoliTO Women, iniziativa del Politecnico per valorizzare il ruolo delle donne nelle STEM e nell’ingegneria, poi, verrà esplorato il rapporto - troppo spesso vittima di stereotipi e discriminazioni - tra donne, tecnologia e innovazione.
Economia della conoscenza, industria 4.0, tecnologia e geopolitica: i temi saranno davvero numerosi, ciascuno approfondito con studiosi di fama internazionale. Il Festival della Tecnologia si è posto come obiettivo quello di offrire un programma eterogeneo e interdisciplinare, che aiuti il pubblico ad avvicinarsi al tema della tecnologia anche da prospettive più spiccatamente umanistiche. Presenti dunque anche Treccani, il Circolo dei Lettori e il Salone Internazionale del Libro, musica e cinema con una Notte da brivido, il teatro e la voce del grande artista Michelangelo Pistoletto, portavoce di una riflessione su come riconciliare umanità, tecnologia e natura, ovvero promuovere un nuovo umanesimo costruendo il Terzo Paradiso: una terza fase dell’umanità che viene dopo il paradiso della comunione con la natura e dopo l'attuale paradiso artificiale.
Tutti gli eventi e gli incontri del Festival sono ad accesso gratuito e libero, fino ad esaurimento dei posti disponibili in sala, a eccezione della Notte da brivido al Museo del Cinema, che prevede un biglietto d’ingresso. Per alcuni incontri è richiesta la prenotazione obbligatoria sul sito.