Torino, 04/02/2020.
Il Museo Egizio e i sette musei fiorentini del progetto Amir sono i primi enti italiani ad aderire al Multaka International Network, coordinamento che conta oggi 15 realtà espositive europee, accomunate da programmi di mediazione culturale condotti al proprio interno da migranti, rifugiati, richiedenti asilo, ma anche da cittadini con passato migratorio. Ne fanno parte, tra gli altri, il Museo di Arte Islamica del Pergamomuseum e il Bode Museum di Berlino, i Musei universitari di Oxford, l’Historische Museum di Berna.
L’obiettivo del progetto, nato a Berlino, è favorire pratiche museali di inclusione e scambio culturale, svolgere un ruolo di advocacy in favore della partecipazione attiva di nuovi cittadini nella cultura e nella società, creare occasioni di cooperazione a livello europeo fra cui la recente presentazione di una proposta in occasione del Bando della Commissione Europea, Creative Europe 2020. Nel marzo del prossimo anno è prevista la prima giornata europea tra tutti i soci che prevede iniziative specifiche in ciascuna sede.
A Torino ha fatto da apripista il Museo Egizio, grazie a numerose iniziative capaci di coinvolgere, fra i nuovi pubblici, persone provenienti da altri paesi, e di creare e consolidare una rete di collaborazioni con associazioni e stakeholder del territorio: dall’evento “Io sono benvenuto”, organizzato nel Museo dal 2016 in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato, al workshop di formazione Musei e migranti. Gli strumenti per l’incontro, che ha coinvolto operatori museali, culturali e sociali, a campagne come “Fortunato chi parla arabo”, rivolta ai nuovi cittadini di lingua araba. Il Museo ha inoltre creato percorsi di formazione che hanno coinvolto un gruppo di donne nordafricane, ora mediatrici culturali in lingua araba in occasione di eventi speciali, e per giovani immigrati che hanno appreso l’Italiano attraverso l’arte egizia.
Lo scorso anno a Firenze, per iniziativa di una rete di musei civici e privati, è nato inoltre Amir | accoglienza musei inclusione relazione, un progetto sperimentale (il nome in arabo significa ‘giovane principe’) finalizzato a proporre attività di mediazione culturale condotte da cittadini stranieri. Il progetto coinvolge attualmente sette musei a Firenze e Fiesole (Museo e Area archeologica di Fiesole, Museo Bandini, Museo Primo Conti, Museo di Palazzo Vecchio, Museo Novecento, Museo degli Innocenti).
La rete Multaka International Network è nata nella capitale tedesca perchè nel 2015 il Museo di Arte Islamica di Berlino ha varato il progetto Multaka Berlin (che in arabo significa “punto di incontro”) che coinvolge un gruppo di siriani e iraqeni come guide museali e che è stato esteso ad altri quattro musei statali fra cui il Bode Museo, il Museo di Storia tedesca, Museo del Vicino Oriente. Il progetto ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti internazionali e costituisce un’iniziativa pilota a livello europeo, studiata e condivisa da altri musei in Europa fra cui il Pitt Rivers Museum e the History of Science Museum in Oxford (UK), Musée d’Histoire de Berne in Svizzera come esempio di inclusione culturale. I mediatori, formati dai responsabili dei dipartimenti educazione di ciascun museo, consentono infatti una lettura del patrimonio culturale europeo in chiave interculturale e offrono ai visitatori punti di vista inediti, prospettive originali, occasioni per avviare un dialogo sulle diversità culturali che hanno contribuito ad arricchire di simboli e di significati la storia dell’arte occidentale.