Dal 20 ottobre 2022 al 3 settembre 2023 è in essere al MAO - Museo d'Arte Orientale - la nuova mostra Buddha10. Frammenti, derive e rifrazioni dell'immaginario visivo buddhista, un progetto che parte dalle opere presenti nelle collezioni per aprire prospettive più ampie relative a questioni che riguardano il museo, le sue collezioni e su cosa significa gestire, custodire e valorizzare un patrimonio di arte asiatica in ambito occidentale.
Le collezioni del MAO sono un corpus eterogeneo costituito da circa 2.300 oggetti provenienti da luoghi geografici e culturali molto distanti fra loro. La sezione numericamente più rilevante è quella dedicata alla Cina, composta principalmente da opere e manufatti legati al mondo rituale e all’ambito funerario e religioso, fra cui spiccano alcune straordinarie sculture buddhiste mai mostrate al pubblico, che verranno esposte proprio in occasione della mostra.
Nelle sale dedicate alle esposizioni temporanee, in uno spazio essenziale ed evocativo, oltre venti grandi statue buddhiste in legno o pietra di epoche diverse (dal V al XIX secolo) delle collezioni del MAO saranno accostate ad alcune sculture - tra cui due straordinarie teste scultoree in pietra di epoca Tang (618-907 d.C.) - provenienti dal Museo delle Civiltà di Roma, con cui il Museo ha avviato una proficua e articolata collaborazione, e a un importante prestito proveniente dal Museo d'Arte Orientale E. Chiossone di Genova.
Le opere saranno poste in dialogo o in contrasto fra loro, in un rapporto dialettico e diacronico che apre traiettorie di riflessioni su molte tematiche: il rapporto fra vero e falso, fra scienza e religione, la capacità del restauro di rivelare e nascondere, come due tipologie di ripristino possono modificare profondamente due opere simili, il ruolo della luce nella fruizione delle opere e molto altro.
Ai visitatori sarà anche proposta un’esperienza in VR della grotta 17 dei templi buddhisti di Tianlongshan, da cui provengono alcune delle opere in mostra, per fornire un ulteriore livello di approfondimento e di comprensione di questo sito archeologico e dei suoi reperti. La ricostruzione in 3D è stata realizzata in collaborazione con la Chicago University.
Le considerazioni sul restauro e sul significato di questa operazione sul patrimonio artistico asiatico secondo un’ottica decoloniale e non occidentale verranno condotte in collaborazione con il Centro per la conservazione e il restauro dei beni culturali La Venaria Reale, polo di eccellenza a livello italiano e internazionale, che, in occasione dell’esposizione Buddha10, ha realizzato un complesso e profondo restauro delle opere, ripristinandole e riportandole a uno stato di conservazione tale da consentirne l'esposizione al pubblico.
Una parte del lavoro di
restauro avverrà anche in mostra e sarà
visibile dal pubblico, che potrà assistere dal vivo al delicato
processo.
Nella parte iniziale del
percorso espositivo troverà invece spazio
un progetto site specific realizzato dal
botanico e studioso Stefano Mancuso, professore
all'Università di Firenze e fondatore del Laboratorio
internazionale di neurobiologia vegetale, destinato agli studi sul
comportamento delle piante, insieme all’artista e
designer Andrea Anastasio, un giardino di
composizioni vegetali che ha lo scopo di accogliere il pubblico e
purificare l’aria: i visitatori saranno invitati a
trascorrere qualche minuto in questo spazio prima di accedere alla
mostra, per “ripulirsi” e prendere parte a una sorta di rituale, di
processo di costruzione di consapevolezza necessario ad affrontare
la sacralità degli oggetti esposti nelle sale successive.
Anche Buddha10, come già Il Grande
Vuoto, è una mostra aperta, viva, in continua
evoluzione, un progetto che svela le analisi e i processi,
ma non suggerisce conclusioni definitive: attraverso questa
esposizione il museo intende proporsi come luogo in cui il rapporto
fra oggetto mostrato e visitatore viene perennemente messo in
discussione. È l’opera stessa a costruire complicanze rispetto al
suo significato: all’osservatore il compito di coglierne le
contraddizioni, il senso, il valore profondo.
In primavera la mostra
subirà un cambiamento radicale e, grazie all’intervento di
studiosi e artisti e alla sostituzione di numerose opere,
il percorso espositivo verrà profondamente
rinnovato: i visitatori saranno quindi invitati a tornare
più volte in Museo per scoprire nuove opere e nuovi spunti di
riflessione.
Per favorire questo approccio dinamico e
interculturale, il percorso di mostra sarà arricchito
dalla presenza di opere di artisti contemporanei,
che proporranno nuove letture e riflessioni sulle collezioni
museale, la loro fruizione e percezione da parte del pubblico. Fra
gli artisti coinvolti segnaliamo Lu
Yang, Xu Zhen, Wu Chi-Tsung, Charwei
Tsai e Zheng Bo, le cui opere saranno
parte integrante del percorso di mostra. In particolare,
l’installazione Drawing life di Zheng Bo è anche parte del
progetto espositivo The Mountain Touch,
visitabile al Museo Nazionale della Montagna dal
5 novembre 2022 al 2 aprile 2023, mentre Ah di Charwei
Tsai è uno dei tre capitoli di So will your voice
vibrate di Artissima Internazionale d’Arte
Contemporanea di Torino, realizzato con GAM e Palazzo
Madama.
La mostra sarà arricchita di progetti site specific e
performance musicali di alcuni artisti attivi a livello nazionale e
internazionale, fra cui Lee
Mingwei e Amosphère.
Il progetto beneficerà, oltre alla collaborazione con il Centro
Restauro Venaria Reale, dei contributi scientifici di
esperti di diversi ambiti disciplinari, tra
cui: Puay-Peng Ho, Direttore del Dipartimento di
Architettura, Design e Ambiente, Università di
Singapore; Wu Hung, Harrie A. Vanderstappen
Distinguished Service Professor of Art History and the College
Adjunct Curator, Smart Museum of Art, Università di
Chicago; Laura Vigo, Curator for Asian Arts and
Archaeology, Montreal Museum of Fine Arts e Professore di arte
cinese, Université de Montréal, Canada; Maria Luisa
Giorgi, Curatrice Museo delle Civiltà di
Roma; Loretta Paderni, Curatrice Museo delle
Civiltà di Roma; You Mi, Professor of Art and
Economies, University of Kassel, e Documenta
Institute; Francesca Tarocco, Docente di Studi
buddhisti e religione cinese e Direttrice del The New Institute:
Centre for Environmental Humanities (NICHE), Università Ca'
Foscari, Venezia; Filippo Comisi, Professore a
contratto di archeologia cinese e storia dell’arte, Università di
Macerata; Claudia Ramasso, Curatrice per
l'Asia meridionale e il Sud-est asiatico, MAO Museo d'Arte
Orientale, Torino.
A partire da questo progetto espositivo, il MAO inizia il suo
impegno per una gestione più green delle
mostre. Buddha10 tiene infatti conto
dell’impatto ambientale ed è realizzata in
un’ottica di sostenibilità: non sarà presente nessun allestimento
“usa e getta”, ma solo elementi concepiti in base alla possibilità
di essere riutilizzati in progetti futuri. Il progetto di
allestimento è curato da dArk Studio.
In occasione della mostra Buddha10 Chiara
Lee & freddie Murphy propongono una serie di appuntamenti che
prendono il via la sera dell’inaugurazione della mostra, il 19
ottobre, e proseguono fino all’estate: non semplici concerti, ma
piuttosto un rito sonoro collettivo itinerante, officiato da
artisti provenienti dal continente asiatico e dalla relativa
diaspora.
Informazioni utili
La mostra è visitabile dal martedì alla domenica con orario
10.00 - 18.00, lunedì chiuso.
Il biglietto è di 10 Euro per l'intero, 8 Euro per il
ridotto.