Arte e design (design è arte) + Hyperdesign (XXVII Premio Gallarate), mostre

La mostra Arte e design (design è arte) si completa e idealmente si chiude con gli anni Novanta, lasciando a Hyperdesign, il progetto espositivo ideato da Chiara Alessi per la XXVII edizione del Premio Gallarate, l’analisi di ciò che accade nel XXI secolo. Un’ultima riflessione, una sorta di postfazione lega le due mostre: si tratta di Under Attack, un’opera interattiva di Ennio Bertrand, artista pioniere dell’arte digitale in Italia, in cui il pubblico può intervenire e sviluppare le proprie riflessioni sul tema dell’attacco alle Twin Towers di New York dell’11 settembre 2001.

La mostra Hyperdesign è dedicata ai progetti e ai processi del design dopo gli anni Zero e predilige l’immagine di un cantiere in presente continuo, rispetto a un discorso storico. Mentre il design diventava una professione di massa, senza la possibilità di capire l’attualità attraverso un vocabolario aggiornato che rimpiazzasse quei codici del Novecento che lo interpretavano attraverso gli stili, i maestri, le icone e le aziende, le pratiche sono andate avanti anche senza teorie che le sostenessero. In questo ambito, spicca un rinnovato interesse per la tradizione artigianale italiana, che riprende le radici manuali dell’autoproduzione, come nel caso di Internoitaliano, fabbrica diffusa, ideata da Giulio Iacchetti con Silvia Cortese, in cui l’azione paritetica di designer e artigiano danno vita a un catalogo di oggetti con l’ambizione di disegnare tutto quello che può essere contenuto in un interno.

L’accesso semplificato a nuove tecnologie e il ritorno all’autoproduzione ha inoltre portato a soddisfare esigenze specifiche, realizzando piccole serie su misura, come avvenuto per la maschera per la respirazione Easy Covid, progettata da Isinnova modificando una maschera da snorkeling in un respiratore, congiungendola all’erogatore di ossigeno attraverso un raccordo stampato in 3D, oppure come Letizia, il metodo innovativo per creare arti inferiori artificiali a basso costo e in tempi molto brevi, durante il conflitto in Ucraina.

Parallelamente, si assiste alla crescita e all’affermazione di aziende alternative ai grandi marchi storici del design che scommettono sui giovani e garantiscono loro maggior libertà di sperimentazione.

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