Magazine, 13/05/2020.
Dopo aver pubblicato i documenti tecnici utili per fissare le regole di spiagge (libere e private) e ristoranti nell'estate del Coronavirus, l'Inail ha rilasciato le raccomandazioni per la riapertura, in questa Fase 2 di emergenza sanitaria, di due delle categorie di cui si sta più parlando in quanto per molti, dopo il lockdown, iniziano a diventare necessarie: parrucchieri ed estetisti.
Il documento tecnico elaborato dall’Inail, in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità, fornisce raccomandazioni sulle strategie di prevenzione da adottare per il contenimento del Coronavirus nei servizi dei parrucchieri e degli altri trattamenti estetici, in vista della ripresa delle attività dopo la fase di lockdown. «Non si tratta di disposizioni vincolanti», precisa il presidente dell’Inail Franco Bettoni, «ma di contributi di carattere scientifico che contengono analisi del rischio per settori specifici di attività, per cui forniscono ipotesi di modulazione delle misure di contenimento del contagio già note, anche attraverso criteri per l’individuazione di misure di prevenzione e protezione. È evidente che non si tratta di linee guida impartite alle imprese, che né l’Inail né l’Iss sono titolati a emanare. Spetterà alle autorità politiche e alle parti sociali trovare il giusto contemperamento tra gli interessi in gioco, con la flessibilità che le situazioni territoriali possono richiedere».
Ma veniamo alle indicazioni del documento. Nel settore della cura alla persona, che comprende i saloni di barbieri e parrucchieri, gli istituti di bellezza e quelli di manicure e pedicure, per un totale di oltre 140 mila imprese e 260 mila addetti, i rischi maggiori derivano dalla stretta prossimità con il cliente e dall’elevata probabilità di esposizione a fonti di contagio legata anche alla presenza di operazioni che comportano la formazione di aerosol.
Al fine di garantire l’accessibilità ai servizi dopo un lungo periodo di chiusura e in considerazione delle misure da adottare, che verosimilmente dovrebbero ridurre il numero di trattamenti in contemporanea, sarebbe opportuno permettere deroghe ai giorni di chiusura e consentire l’estensione degli orari di apertura dei locali.
Tra le altre misure di prevenzione proposte, la razionalizzazione degli spazi tale da permettere il distanziamento, anche attraverso la realizzazione di aree di attesa all’esterno, consentendo ove possibile l’occupazione del suolo pubblico in deroga. Per garantire la sostenibilità delle attività quotidiane, è necessaria una buona programmazione di tutte le attività e dei tempi medi dei trattamenti, che andrebbero predeterminati già al momento della prenotazione (dunque previo appuntamento on-line o telefonico), per ottimizzare i tempi di attesa e prevenire ogni forma di affollamento. Consigliata anche l'eliminazione delle riviste e di ogni altro oggetto che possa essere di utilizzo promiscuo nel locale.
La distanza minima tra le postazioni dovrebbe essere di almeno 2 metri ed è preferibile lavorare con le porte aperte. Come previsto dall’articolo 3 del Dpcm del 26 aprile, è obbligatorio l’utilizzo di mascherine di comunità da parte del cliente a partire dall’ingresso nel locale, a eccezione del tempo necessario per effettuare i trattamenti che non lo rendano possibile. È preferibile, inoltre, fare ricorso a grembiuli e asciugamani monouso: se riutilizzabili, devono essere lavati ad almeno 60 gradi per 30 minuti. In tutti i casi possibili, le procedure devono essere svolte rimanendo alle spalle del cliente.
Per quanto riguarda il pagamento, infine, è opportuno evitare di maneggiare il denaro contante, privilegiando i pagamenti elettronici. Qui il documento integrale dell'Inail sulle ipotesi di rimodulazione delle misure contenitive del contagio da Coronavirus nel settore della cura della persona: servizi dei parrucchieri e di altri trattamenti estetici.