Dopo le mostre dedicate a due grandi maestri della fotografia, Tina Modotti e Mimmo Jodice, dal 14 febbraio 2025 CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia di Torino inaugura il nuovo programma espositivo con due appuntamenti di rilievo: Henri Cartier-Bresson e l’Italia e Riccardo Moncalvo. Fotografie 1932-1990.
La mostra Henri Cartier-Bresson e l’Italia, curata da Clément Chéroux e Walter Guadagnini, con un catalogo edito da Dario Cimorelli Editore, si articola in un percorso cronologico che racconta i viaggi del celebre fotografo francese attraverso l’Italia, da Nord a Sud. L’esposizione riflette l’influenza che il paesaggio italiano, soprattutto umano, ha esercitato sull’occhio attento di Cartier-Bresson, documentata anche dalle pubblicazioni d’epoca su riviste, giornali e libri, che ne testimoniano il rapporto profondo con il nostro Paese.
Organizzata con la collaborazione della Fondation Henri Cartier-Bresson di Parigi, la mostra esplora i momenti più significativi della carriera del fotografo. Durante il primo viaggio in Italia, nel 1932, il giovane Cartier-Bresson inizia a definire i tratti distintivi del suo stile fotografico, come la gestione dello spazio e la capacità di cogliere l’istante decisivo. Al suo ritorno, dopo la Seconda Guerra Mondiale, lavora come fotoreporter per importanti testate internazionali, documentando la difficile situazione sociale del Sud Italia e le trasformazioni introdotte dalla riforma agraria. In quegli anni, visita città come Roma, Napoli e Venezia, catturando momenti di vita quotidiana e realizzando ritratti di intellettuali italiani. Negli anni Settanta, Cartier-Bresson si concentra sul tema dell’industrializzazione e sul rapporto tra uomo e macchina, realizzando servizi fotografici negli stabilimenti Olivetti di Pozzuoli e Alfa Romeo di Pomigliano d’Arco.
Parallelamente, dal 14 febbraio 2025, la Project Room di CAMERA ospita l’esposizione Riccardo Moncalvo. Fotografie 1932-1990, dedicata a un’altra figura centrale della fotografia italiana. Riccardo Moncalvo, nato a Torino nel 1915 e scomparso nel 2008, inizia a fotografare a soli 13 anni, ispirato dal padre, proprietario di un atelier di Fotografia Artistica e Industriale. Diventa presto membro della Società Fotografica Subalpina, iniziando una carriera che lo porterà a distinguersi come uno dei primi fotografi italiani a realizzare stampe a colori professionali.
Durante gli anni tra le due guerre, le sue fotografie vengono pubblicate su importanti riviste di settore, consolidando la sua reputazione. La mostra di CAMERA presenta 60 stampe vintage, sia in bianco e nero sia a colori, provenienti dall’Archivio Riccardo Moncalvo e da collezioni private, che ripercorrono quasi 60 anni di storia. Curata da Barbara Bergaglio, con testi di Walter Guadagnini, Andrea Tinterri e della stessa curatrice, l’esposizione è accompagnata da un catalogo che arricchisce ulteriormente la narrazione visiva proposta.
Questo doppio appuntamento offre una straordinaria occasione per esplorare l’evoluzione della fotografia attraverso due grandi protagonisti, ognuno con una prospettiva unica e personale sul mondo che li circondava.